"I soldi non mi hanno cambiato, mi hanno solo dato la libertà" Fedor Holz si racconta a Forbes per i suoi 24 anni!"

Essere il numero uno è più semplice di quanto si possa immaginare.

 

O almeno questo è ciò che traspare osservando Fedor Holz, il campione tedesco che nel 2016 è riuscito a dimostrare al mondo la sua schiacciante superiorità nei tornei multi-table.

 

Eppure non dev'essere stato così facile mettersi in gioco a 19 anni e in un lustro scalare le vette dei tornei high stakes, guadagnandosi il rispetto e l'ammirazione di quelli che fino a poco tempo fa ammirava dal computer o alla televisione.

 

"Non è possibile diventare il migliore in una disciplina se non si lavora dodici ore al giorno" aveva dichiarato durante un podcast con Doug Polk. Non sappiamo quanto tempo abbia dedicato Holz alla sua crescita, di certo il ragazzo si è applicato con successo ottenedo il massimo.

 

Il mese scorso, in occasione del suo compleanno, si è concesso a Forbes parlando a 360 gradi della sua incredibile storia:

 

"Quello che ha fatto la differenza nella mia crescita è stata la possibilità di stabilire un network di relazioni con altri pokeristi che ritenevo "smart". Questa continua condivisione ha contribuito inevitabilmente a una crescita esponenziale, non solo mia ma di tutti quelli con cui condividevo strategie, pensieri, emozioni. Tutt'ora passo molto tempo sui social, sui forum e su qualsiasi strumento che possa contribuire a confrontarti con altre realtà e di conseguenza crescere.Skype è stato indubbiamente il canale più utilizzato nel corso degli anni."

 

Gli Skype-mate di Fedor Holz rispondono al nome di Rainer Kempe, Koray Aldemir e Steffen Sontheimer, ma la lista potrebbe essere più ampia: "Abbiamo cominciato a grindare partendo dai low-stakes ed è incredibile come a distanza di poco tempo siamo riusciti tutti a salire così in alto. Il tutto girando il mondo assieme!"

 

A riguardo Fedor confessa di aver preso circa 200 voli all'anno dal 2016 a oggi senza mai restare per più di una decina di giorni nello stesso posto. Di certo non sono i soldi a mancargli, denaro che pur scorrendo a fiumi non ha intaccato la sua persona:

 

"I soldi non mi hanno cambiato per nulla, sono quello che son sempre stato. Piuttosto mi hanno garantito quella libertà a cui ho sempre aspirato: grazie a loro posso godermi la vita scegliendo quel che mi va di fare..." Come dargli torto?

 

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