Un conto sono i numeri: 14 braccialetti WSOP, una carriera scintillante cominciata a cavallo tra gli anni '80 e i '90 e oltre 20 milioni in vincite lorde accumulati nei tornei live.
Altro discorso invece è quello che riguarda la reale competitività di un player stimato come Phil Hellmuth in un field che, col passare degli anni, risulta essere mediamente più duro e più preparato su dinamiche che in passato nemmeno venivano prese in considerazione.
Per quale motivo tutti i top player mondiali farebbero a gara per avere Hellmuth al tavolo? Non dovrebbero avere una sorta di timore reverenziale nei confronti del miglior interprete delle WSOP di tutti i tempi?
La risposta la possiamo trovare nel suo stile di gioco, basato molto più sull'intuito che sulla logica. E se quella che lui ama definire "White Magic", ovvero quel sesto senso di cui si vanta da decenni, fosse solo una pia illusione derivante più dall'incapacità altrui che da un vero talento nascosto?
Una prova la abbiamo avuta recentemente al WPT Legends of Poker, dove Phil è comunque riuscito a fare uno splendido runner-up, cedendo solamente al vincitore Art Papazyan. "The poker brat" infatti è riuscito a foldare trips in due occasioni distinte avendo in entrambi i casi la mano più forte.
La prima: su apertura da UTG arrivano i flat di BTN e di Hellmuth da SB. Su 9♠ 8♦ 5♥ Phil 'donka' 40K, raise per Dardon 150K, call per Hellmuth. Check to check su turn 10♥, mentre su 9♦ river Phil punta nuovamente, stavolta 83K. L'avversario non ci pensa su due volte e fa 275K con Hellmuth che gioca con circa 1 milione di chip totali). Dopo un lungo tank arriva la (sofferta) decisione di passare 9♥ 7♥ mentre il suo Oppo mostra K♦ J♣, ovvero aria totale.
Quel che potrebbe sembrare un fold opinabile in realtà è semplicemente un errore grossolano frutto di una errata condotta sul board ma soprattutto della totale incapacità, attraverso l'action proposta dal pluribraccialettato, di definire il range avversario.
Per quale motivo? Analizziamo lo spot assieme: puntare in donk bet con top pair no kicker e gutshot, su 3-way pot essendo il primo a parlare, è quanto di peggio si possa fare. L'original raiser chiamerà praticamente con tantissime mani che ci battono, non sappiamo cosa fare su overcard (quindi sulla metà circa dei turn possibili) e rischiamo di farci mettere in crisi da un raise effettuato con una mano peggiore, come effettivamente accade.
Il check to check sul 10 testimonia proprio quanto detto sopra, infatti Hellmuth non continua nell'azione ma checka, così come trova un comodissimo check l'original raiser, che invece ha modo di farsi un'idea del range di SB e potra vincere il colpo su diversi river.
Quando poi esce un altro 9 al turn arriva il capolavoro: nuovo lead-out con trips e fold su raise che rappresenta davvero poco. Già, perché non avrebbe avuto senso raisare con set al flop su una texture così dry, quindi nel range di OR è possibile che ci siano tantissime mani a cui stiamo avanti e una ristretta porzione di mani che ci battono. Un errore nell'errore insomma, che nonostante l'evidenza non scalfisce minimamente le convinzioni di Hellmuth...