Jason Koon dall'inferno al paradiso: “Nel 2013 mi hanno distrutto nel cash game online, poi grazie al coaching e alla GTO sono diventato un reg vincente di quelle partite”

Non tutti i professionisti di poker sono umili, anzi. Aver vinto tanti soldi, online come live, li fa sentire di un livello superiore, anche intellettualmente.

 

 

C'è qualcuno che però lo è davvero, ci mancherebbe.

Sicuramente tra quelli coi piedi per terra c'è Jason Koon, che oggi è uno dei più forti player high stakes, bravo nel cash game come nei tornei high roller e super high roller.

 

Ha raccontato quanto sia stato difficile arrivare dov'è adesso in un post su Instagram, per poi approfondire la sua storia in un podcast con Joe Ingram. 

“Il percorso per arrivare al top è difficilissimo – ammette Jason – devi rinunciare a tante cose, dalle festività, alla compagnia dei tuoi amici e della famiglia. E' un impegno di vita enorme...”.

 

La svolta per Koon è arrivata quattro anni fa, nel 2013, quando venne distrutto online nel cash game high stakes, da ragazzi allora più preparati e brillanti di lui.

 

“Mi chiusi nella mia camera di Vancouver e iniziai a grindare. Dopo 35.000 mani avevo perso un sacco di soldi. Dopo l'ennesima sessione perdente, ricordo che appoggiai la testa sul tavolo e iniziai a piangere”.

 

Il ragazzo non sapeva come uscire da questa spiacevole situazione, perché aveva dato tutto se stesso per riuscire in quel percorso.

 

“Rimasi chiuso in quella stanza per una settimana. Ogni giorno non facevo altro che grindare, seduto da solo alla scrivania di fronte alle bellissime montagne di Vancouver. I miei avversari mi stavano distruggendo”.

 

Il bivio era chiaro: smettere definitivamente o lavorare ancora di più per farcela.

 

“Ho pagato un sacco di soldi per il coaching finché non sono diventato un regular vincente in quelle partite di cash game. Allora sono passato da una strategia exploitativa alla GTO, cosa non semplice. Avevo costruito tutta la mia carriera sull'idea di sconfiggere mentalmente i miei avversari”.

 

 

Per imparare a dovere la GTO ha studiato tanta matematica e ha seguito dei corsi all'università, ma lo sforzo poi lo ha ripagato: “Ho fatto tanti errori, speso molto nel coaching, ma alla fine ce l'ho fatta...”.

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