Chissà quante volte vi sarà capitato di passare dei momenti in cui tutto vi sembra negativo, non riuscite a chiudere i vostri draw, non avete più memoria dell’ultima volta che avete settato le vostre coppie e vi stanno scoppiando tutte le pochissime “monster hand” che vi capita di vedere.
Grazie al cielo non è sempre così e, anche se siamo portati a ricordare esclusivamente i nostri periodi sfortunati, alle volte dovremmo tenere presenti anche quei momenti in cui le cose vanno per il meglio.
I risultati sembrano arrivare con una certa continuità, le nostre carte scendono che è un piacere e anche se ci concediamo qualche giocata estrosa, sembra che il Dio del poker ci abbia scelto per essere suoi adepti.
Sono quei periodi magici in cui ci sentiamo delle divinità, siamo quasi intoccabili e tutto quello che tocchiamo si trasforma in oro.
Ma è veramente così? Esistono davvero quei periodi in cui è tutto nero o tutto azzurro?
La risposta, se vogliamo fare di questo gioco una professione, o comunque approcciarci ad esso con una mentalità che non sia quella del giocatore comune, come spesso accade, sta nel mezzo.
Attraverseremo certamente dei periodi in cui ci sembrerà che qualcosa di paranormale guidi il nostro gioco, ma in realtà non è mai così, la verità è che la cosa più giusta è sempre quella di saper gestire quei momenti che inesorabilmente si presenteranno durante la nostra carriera di giocatori.
Eh si, perché se sembra facile regalare dei consigli su come gestire i periodi di “downswing”, non è altrettanto facile e tantomeno banale, farlo per affrontare quei momenti in cui tutto sta andando a gonfie vele.
Nel primo caso una buona partenza è prendere consapevolezza che il poker è un gioco ad altissima varianza e deve ancora nascere il giocatore che vince tutti i colpi ed è esente da periodi sfortunati, anche prolungati: prima lo impariamo e meglio affronteremo le nostre debolezze.
Si, ok, ma come si fa?
Intanto gestendo lo stress da perdita, che spesso conduce al tilt, vero e proprio nemico mortale di ogni giocatore.
Non è possibile per nessuno, se non per i grandissimi campioni, non farsi “affumicare” da determinate situazioni sfavorevoli, siamo umani e capita a chiunque.
La soluzione migliore è quella di staccare per qualche tempo e sarete voi a decidere quanto, conoscendo voi stessi.
Vi potrebbe bastare una mezza giornata, o addirittura qualche ora, o un week end, un paio di giorni per andare in montagna, lontani dai river del texas hold’em e più vicini ad un fiume da contemplare, magari con una canna da pesca, per fare pace col mondo.
Se non avete intenzione di andare in montagna a pescare, potrete utilizzare le vostre pause per analizzare il vostro gioco, magari in compagnia di qualcuno che ne capisca veramente e vi consigli con una certa competenza, senza dover per forza fare l‘amico a prescindere.
Nei casi più estremi è consigliabile fare un piccolo passo indietro e pensare ad un level down.
Non è sempre così, ma nella maggior parte dei casi, giocare a un livello inferiore rispetto a quello che abitualmente affrontiamo, ci aiuterà a fronteggiare le nostre sessioni con uno stress decisamente minore e sarà d’ausilio per riprendere confidenza con il nostro A-Game.
Riprenderemo presto questo argomento e ci occuperemo della gestione dei momenti positivi che, nonostante si possa pensare tutt’altro, sono parimenti pericolosi rispetto a quelli appena descritti.