Tra i giocatori di poker di tutto il mondo, esistono parecchie discussioni, molti scontri di carattere verbale, qualcuno che sfocia in violente liti sui social e i motivi sono tra i più disparati.
Tra questi motivi che originano schermaglie dialettiche, non sono frequenti quelli che fanno capo all’eterna diatriba dell’effettiva esistenza di una nazione che possa essere unanimemente riconosciuta come la più forte e capace nel gioco del Texas Hold’Em.
Il motivo di tale assenza va probabilmente ricercato su una sorta di accordo di non belligeranza firmato virtualmente dai rappresentanti più forti di ogni nazione, attenti a non calpestare l’erba meno verde del vicino.
Eppure, a fare da contraltare a questo enunciato, da più parti, soprattutto in Italia, il confronto tra aree geografiche esiste, eccome se esiste.
Negli ultimi 8 o 9 anni, poco dopo il solco lasciato dall’effetto Moneymaker che ha definitivamente sdoganato il poker moderno anche nel Vecchio Continente, ha preso prepotentemente piede la convinzione che la Germania si sia attrezzata meglio delle cugine Francia, Inghilterra, Italia e Spagna.
Agli albori del nuovo millennio era invece l’estremo nord Europa a fare da spauracchio. Alzi la mano chi non si ricorda che i precursori del gioco iper aggressivo che conosciamo oggi, battessero bandiera danese, norvegese, finlandese e svedese.
Gus Hansen incarna decisamente questa cordata amarcord, capofila di un movimento che tra il 2000 e il 2008 veniva considerato il più attrezzato per competere con il gioco tradizionale e poco fantasioso dei colleghi statunitensi.
L’arrivo del poker online ha sconvolto tutte le dinamiche e non è un mistero che le nazioni che meno hanno risentito della crisi economica che ha attanagliato l’Europa nell’ultimo decennio, possa aver contribuito a formare i giocatori in modo differente tra nazione e nazione.
L’Italia fa caso a sé, nel senso che in campo internazionale presentiamo alcune punte di diamante che hanno la capacità di poter competere ai massimi livelli, con un torneista, Mustapha Kanit, universalmente riconosciuto tra i 5 giocatori più preparati al mondo.
Quello che non porta buone nuove è il movimento nazionale nella sua interezza, siamo decisamente indietro rispetto ad alcune delle nazioni sopra citate.
Concludendo il discorso crediamo non sia sbagliato affermare che la ragione stia dalla parte di Barry Greenstein il quale, nel suo libro “Ace on The River”, scriveva che è impossibile capire quale possa essere il giocatore più forte sulla faccia della Terra, soprattutto perché è impossibile stabilire chi fa la maggior parte delle scelte più giuste.
A seguito di questa affermazione, come si può dire quale sia la nazione con più skill?