La maturazione di Jake Cody: “Potrei giocare i tornei high roller ma non lo faccio, penso al futuro di mia figlia...”

E' cresciuto Jake Cody e alla soglia dei trenta, che compirà il prossimo anno, ha fatto un bilancio della sua carriera, dove ha razionalmente tirato un po' il freno a mano, ma neppure troppo.

 

 

Il britannico, che ha vinto in carriera 4,4 milioni di dollari in eventi dal vivo, negli ultimi tempi si è dedicato al cash game, in Inghilterra così come a Macao.

 

“Ho giocato molto dal vivo a Londra – ha raccontato in una recente intervista – l'anno scorso poi ho bazzicato Macao, un'esperienza totalmente diversa. Gioco ancora tanti tornei in giro per la Gran Bretagna, la cosa bella è che ci conosciamo tutti, ho stretto molte amicizie...”.

 

Cody ha spiegato come qualche anno fa fossero loro britannici a far gruppo, dominando la scena del poker mondiale come stanno facendo adesso i ragazzi tedeschi. Differenze però ce ne sono.

 

“Un periodo eravamo sempre insieme a condividere le nostre idee, miglioravamo in maniera molto rapida. Quando le cose vanno bene è come un'infezione: si sparge, ognuno aveva quote degli altri. Come fanno i tedeschi oggi, seppur su scala più ridotta”. 

E' cresciuto Jake Cody e alla soglia dei trenta, che compirà il prossimo anno, ha fatto un bilancio della sua carriera, dove ha razionalmente tirato un po' il freno a mano, ma neppure troppo.

 

Il britannico, che ha vinto in carriera 4,4 milioni di dollari in eventi dal vivo, negli ultimi tempi si è dedicato al cash game, in Inghilterra così come a Macao.

 

“Ho giocato molto dal vivo a Londra – ha raccontato in una recente intervista – l'anno scorso poi ho bazzicato Macao, un'esperienza totalmente diversa. Gioco ancora tanti tornei in giro per la Gran Bretagna, la cosa bella è che ci conosciamo tutti, ho stretto molte amicizie...”.

 

Cody ha spiegato come qualche anno fa fossero loro britannici a far gruppo, dominando la scena del poker mondiale come stanno facendo adesso i ragazzi tedeschi. Differenze però ce ne sono.

 

 

“Un periodo eravamo sempre insieme a condividere le nostre idee, miglioravamo in maniera molto rapida. Quando le cose vanno bene è come un'infezione: si sparge, ognuno aveva quote degli altri. Come fanno i tedeschi oggi, seppur su scala più ridotta”. 

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