Ha iniziato a giocare a poker nel 2002, praticamente un'era fa.
Tony Dunst è stato fino a qualche anno fa uno dei torneisti più preparati, capace di ottenere importanti risultati tanto online quanto live.
Era un fenomeno soprattutto online, ma il “Black Friday” devastò la sua carriera e il suo bankroll faticosamente costruito grindando.
Tanti suoi colleghi decisero di emigrare per continuare a fare quel lavoro, mentre Tony decise di non fare le valigie e di rimanere negli Stati Uniti.
“In quel periodo andai quasi broke – ha rivelato in una recente intervista – ricordo che rimasi con appena 5.000$ da parte. Lentamente riuscii a ricostruire il mio bankroll, finché non fui in grado di shottare qualche tornei importante. Facevo il commentatore per il WPT, mi imposi di risparmiare il più possibile con i vari lavori che avevo...”.
Nessun colpo di testa per Dunst per risalire la china, solo qualche giusta intuizione.
“Ottenni alcuni risultati nei tornei senza aver venduto molte quote e iniziai a comprare qualche crypto-moneta. E' così che prese il via il mio percorso di risalita, è ciò di cui vado più fiero per quanto riguarda la mia carriera”.
La mossa vincente, quindi, è stato l'approccio razionale che è riuscito a mantenere, senza cercare di recuperare subito quanto perso.
“Riuscii a riprendermi senza fare nulla di spericolato, vado fiero di quel periodo. Quando perdi tanti soldi sei tentato dall'idea di andare all-in per recuperarli oppure smettere per sempre. Io invece sono riuscito a risalire gradualmente, senza mai forzare la mano”.
Tony ha vinto in totale in carriera 2.900.000 dollari in soli eventi dal vivo, con il risultato più prestigioso raggiunto in Australia nel gennaio 2016, quando agli Aussie Millions chiuse al 2° posto incassando ben 700.000$.
Il 2016 è stato comunque il suo anno d'oro, infatti ha vinto anche il braccialetto alle World Series, facendo suo l'evento #63, un 1.000$ no limit hold'em che gli ha fruttato 339.000 dollari.