Molti professionisti, per giocare in maniera impeccabile, stanno studiando la GTO, eppure ultimamente, stando alle parole di Isaac Haxton, alcuni suoi colleghi stanno cercando di imparare il poker perfetto dai bot, dall'intelligenza artificiale.
Se il limit hold'em è stato di fatto risolto proprio grazie all'intelligenza artificiale, discorso diverso va fatto per il no limit hold'em, per il quale non si è arrivati a tanto: “Se esiste un bot in grado di battere i migliori esseri umani, non avrà risolto il gioco, ma si tratta di uno sviluppo importante per il poker, specialmente per il no limit hold'em heads-up...”.
Questo approccio dei professionisti nei confronti dell'IA, secondo Haxton, già la si vede nel contesto del poker live.
Lungi però dal pensare che a causa di ciò il poker sia morto o stia per farlo, anzi.
“Molti dei più forti stanno studiando l'intelligenza artificiale per migliorare il proprio gioco. Credo che la cosa si espanderà in futuro. Non significa però che il poker stia morendo: i migliori bot possono battere gli umani a scacchi, ma gli scacchi sono ancora un gioco in salute”.
Se qualche anno fa i bot erano vincenti fino ai mid-stakes, ora la situazione è decisamente cambiata, infatti questi possono mettere in crisi anche i regular degli high stakes.
“Presto i computer saranno più bravi nei giochi rispetto alle persone. Diventare padroni di un gioco ruoterà in gran parte attorno all'imparare dalle macchine nel modo più efficace possibile...”.
Haxton dimostra comunque di non aver paura di affrontare i più forti umani della specialità, ha infatti ammesso che sarà presente al Big One for One Drop da 1.000.000 di dollari di buy-in.
“Quasi sicuramente ci sarò – ha ammesso Ike – e sarà molto divertente. Oggi il mercato della vendita delle quote è ben stabilito, dunque eventi del genere non sono fuori di testa come un tempo. Mi assicurerò di arrivarci ben riposato, di sicuro non farò sessioni notturne di cash game due giorni prima del One Drop”.