Non è così semplice essere un professionista del cash game live high stakes, soprattutto se si 'lavora' negli Stati Uniti d'America.
Non c'entra il livello o le cifre in ballo, piuttosto la difficoltà a prendere parte a certe partite se non si è nelle grazie dei poker manager.
E' recentemente capitato a Shaun Deeb, che ha manifestato sui social il suo disappunto per essere stato rimbalzato dal Seminole Casino Coconut Creek.
Ha accusato direttamente il poker manager: “Il Seminole Casino Coconut diventa il secondo casinò a cui non darò più action, nuovamente a causa dei favoritismi. Grazie a Pablo (il poker manager) che mi dice che la partita high stakes è pubblica, dicendomi poi che non sono autorizzato a giocarla. Forse non sa cosa significhi il termine pubblica...”.
Il pro americano parla di seconda volta perché un fatto simile gli era già accaduto al Commerce Casino di Los Angeles, dove ci sono tutte le ricche 'balene' della California.
Una delle più complesse partite cui accedere è quella dell'Aria Casino, dove il padrone di casa è Jean-Robert Bellande. Per manterere le partite equilibrate e far sentire a proprio agio i businessman, lui permette solo a determinati professionisti di entrare, soprattutto a persone che non hanno avuto a che fare con l'online.
Per far in modo che le partite si protraggano per un lungo periodo e che i dilettanti non si annoino, è infatti fondamentale avere al tavolo professionisti che abbiano anche una qualche dote di intrattenitori e che diano l'impressione di non essere seduti solamente per il mero profitto.
Uno che è sempre stato apprezzato per questo è Antonio Esfandiari, il quale non ha mai avuto troppi problemi a prendere parte a queste ricchissime partite high stakes.
Ha spiegato molto bene questo problema il pro Matt Berkey, che ha detto di sentirsi quasi costretto a rimanere seduto al tavolo poiché già il fatto di essere invitati è qualcosa da sfruttare nel migliore dei modi.