Altro episodio della serie Pokerography, che stavolta riguarda il mito Johnny Chan.
Dopo avervi svelato gli albori della carriera di Phil Hellmuth, che salì alle luci della ribalta battendo proprio Chan in heads-up nel 1989, ora ci occupiamo del suo predecessore.
"Non avevo più un soldo bucato finché un texano mi guardò e mi disse: 'Ho visto come giochi e sei uno in gamba. Tieni, ti do 500$, tutto quello che vinci lo dividiamo a metà'. Avevo soltanto 16 anni ma riuscii a trasformare quella somma in 25.000$. Fu un'avventura stupenda!"
Con queste parole Chan comincia il suo racconto, che lo porterà a diventare uno dei simboli del Texas Hold'em negli anni a venire. Trasferitosi in Arizona negli anni sessanta, comincia ad andare a scuola e imparare l'inglese essendo nato e cresciuto a Hong Kong: "Facevo praticamente solo casa e scuola, non avevo nemmeno amici."
La prima svolta arriva quando la famiglia decide di cambiare nuovamente aria, spostandosi a Houston per aprire un ristorante: "Sebbene chiudesse alle dieci c'era sempre qualche cliente a cui piaceva fermarsi a giocare a poker. E' così che imparai, giocando coi clienti fino all'alba!"
Chan confessa di aver imparato la disciplina solo col tempo: "Agli inizi bluffavo sempre, ero troppo aggressivo e questo mi faceva perdere. Ma ogni vincente, prima di diventare tale è stato un perdente..."
Come tanti altri suoi colleghi dell'epoca, la scossa arriva col suo primo viaggio a Las Vegas: "La prima volta che mi son seduto a un tavolo avevo 200$ davanti. Dopo nemmeno una settimana ne avevo fatti già 30.000!"
Quando l'azione ai tavoli latita, Chan si rifugia in altri giochi: "Sono un gambler per natura, ma ho imparato presto a far si che le vincite fossero più delle perdite.”
Gli anni della consacrazione sono il 1987 e il 1988, dove conquista due Main Event WSOP uno in fila all'altro, guadagnandosi il nome di 'Orient Express' da Bob Stupak. Curiosi di sapere qualcosa in più sul suo conto? Ecco l'intervista integrale in video: