C'è chi il poker lo prende - e lo ha sempre preso - come un gioco e chi invece lo trasforma in un lavoro.
Che poi lavoro, diciamo un modo per guadagnarsi da vivere, viaggiare, conoscere, scoprire. Parliamo ovviamente della ristretta elite dei giocatori high roller, di cui il professionista britannico ventiseienne Ben Heath fa parte.
Sono già quasi due e mezzo i milioni di dollari accumulati in questi anni nei tornei live, sebbene lui sia un mostro sacro online, specialmente nel cash game. Heath è uno abbastanza schivo, grande amico di Charlie Carrel e ottimo giocatore, con la passione per le arrampicate:
"Sì, è una cosa che faccio non appena ne ho l'opportunità. Con Steven Chidwick siamo andati diverse volte assieme, mi rilassa e mi piace tantissimo. No, non lo definirei un vero e proprio training mentale come la meditazione, che tra l'altro ho provato ma non fa per me..."
In tanti pensano che per avere edge nel poker modeno l'aspetto mentale sia fondamentale, ma Ben pare essere di altro avviso:
"Sinceramente per la mole di errori che vedo fare al tavolo, e io sono il primo a commetterne, l'aspetto mentale conta fino a un certo punto...Ci sono giocatori bravissimi che ancora sbagliano e parlo di quelli che giocano a livelli superiori ai miei. Perciò non penso ci sia troppo di che preoccuparsi, studiare rimane la chiave per avere successo. Senza contare che nei festival live è possibile giocare 300/400K di tornei per volta: è sufficiente un ROI dell'1% per tirare su 3/4K a viaggio, il che non è affatto male."
Non solo poker per Ben, che come tanti altri professionisti delle due carte ha cominciato a darsi alle crypto:
"Ho qualcuno che mi aiuta e faccio investimenti long term. E' un mondo che mi affascina enormemente ma tutto richiede tempo ed energie e al momento il poker non può essere la mia priorità."
Nonostante il sucesso ottenuto, per Heath non ci sono le carte nel suo futuro: "Vorrei pian piano uscire di scena, non mi vedo fare il poker pro a vita!"