Abbiamo quasi sempre due sensazioni contrastanti quando un libro ci piace: vogliamo leggerlo di continuo però ci dispiace pensare che possa arrivare troppo presto l'ultima pagina, lasciandoci così a mani vuote.
Abbiamo provato entrambe le cose leggendo “Molly's Game” libro scritto dall'americana Molly Bloom, che ha ispirato il film di Aaron Sorkin (candidato all'Oscar 2018 per la miglior sceneggiatura non originale).
La giovane ragazza americana racconta se stessa e la sua strada particolare, nonché inaspettata, per arrivare al sogno americano, fatto di soldi, di lusso e di successo.
Il poker Molly lo ha incontrato per caso e, da ragazza intelligente qual è, ha capito in poco tempo cosa servisse per mantenere vivo il giro delle partite high stakes da lei gestito tra ricchi uomini d'affari e celebrità.
Ha tenuto lontani i professionisti, sempre a caccia delle “balene” da spolpare, ha organizzato partite in luoghi piacevoli, riservati e dotati di ogni comfort e ha fatto in modo che tutto funzionasse al 100%, compresi i pagamenti dei debiti di cui si occupava personalmente, senza intermediari.
Il racconto è un must per ogni pokerista, perché con una scrittura semplice e scorrevole la Bloom ti porta dentro quelle partite ricchissime e hai l'impressione che tutto sia legale, come se i protagonisti al tavolo stiano giocandosi poche centinaia di dollari in pieno relax.
Arrivata in cerca di fortuna a Los Angeles da Loveland, piccola cittadina del Colorado, l'ex sciatrice riesce quindi in poco tempo a diventare il punto di riferimento del poker clandestino losangelino, riuscendo ad accumulare grosse somme di denaro solamente grazie alle mance che i suoi “clienti” erano soliti lasciarle.
Non tutto però è facile per Molly in California, infatti sarà costretta a trasferirsi a New York e ricominciare praticamente ex novo il suo business sulla costa est degli Stati Uniti d'America.
Abbiamo apprezzato del libro che i racconti della Bloom siano reali, dunque fatti realmente accaduti, e che vengano citati i nomi dei protagonisti, che stuzzicano di certo la curiosità di chi legge.
Non c'è traccia di tecnica o altro, nessuna mano viene spiegata con dovizia di particolari, ma è un libro che difficilmente non intriga un appassionato di poker, sempre curioso di conoscere quello che succede ai tavoli verdi in giro per il mondo... ma fuori dai casinò.
Insomma, 325 pagine da rileggere quest'estate sotto l'ombrellone!
Giudizio generale: 8/10
Leggibilità: 9/10
Storia: 8,5/10