Bisogna arrendersi all'evidenza.
Per quanto Doyle provi ad allontanarsi dal poker, annunciando ritiri anno dopo anno, in un modo o nell'altro torna sempre sul luogo del delitto. Quest'anno è riuscito a sfiorare un clamoroso braccialetto nel 2-7 lowball, sarebbe stato l'undicesimo di una strepitosa carriera. Perché Doyle non è un semplice giocatore di poker, lui è il poker.
Vederlo criticare Daniel Negreanu per essersi messo a dare lezioni video per poi annunciare, a distanza di qualche mese, il nuovo progetto sviluppato col figlio Todd non sembra un esempio cristallino di coerenza, ma in fondo che importa. A 84 anni – 85 il prossimo 10 agosto – ci si può anche concedere qualche leggerezza.
Intervistato da una nota testata internazionale, Doyle ha speso parole al miele per la metodologia di insegnamento, a suo dire "rivoluzionaria, fatta di video, audio e tanta pratica", che dovrebbe garantire un apprendimento più veloce. Provare per credere insomma: il costo del kit si aggira sui 149 dollari americani e comprende anche l'accesso a un sito di training online dove mettere in pratica le conoscenze acquisite prima di sperimentarle al tavolo verde.
Oltre all'annuncio del nuovo business targato Brunson & son, Texas Dolly ha raccontato un curioso aneddoto sugli esordi della carriera del figlio, che stava per laurearsi in legge prima di cambiare completamente strada:
"Era al terzo anno, mancava poco alla laurea, ma un bel giorno ci annunciò di voler fare il poker player professionista. Sia io che la madre non prendemmo benissimo la notizia, ma decisi di metterlo alla prova per vedere se effettivamente se la cavasse. In quegli anni vivevamo in California e una sera lo portai con ma a casinò e lo osservai giocare. Sapeva benissimo cosa fare, era a suo agio: un talento naturale. A quel punto sapevo che avrebbe potuto far bene e non mi sono più opposto alla sua scelta."
Doyle fa anche luce sul mistero che avvolge il suo ritiro: "Giocherò finché il fisico me lo consentirà. Il mio annuncio di ritiro è stato frainteso, avevo dichiarato di non voler più prender parte alle WSOP come facevo un tempo, perché i tornei sono troppo lunghi per me. Ma non avevo certo intenzione di appendere definitivamente le carte al chiodo!"
Non facciamo troppa fatica a crederci e ne siamo ben lieti, Doyle Brunson è pur sempre una leggenda vivente e poterlo vedere ancora in azione è quasi un privilegio.