Quando, qualche tempo fa, sentimmo pronunciare la parola “pensionamento” da parte di una giovane stella come Fedor Holz, un po' a tutti è scappato un sorriso...
”Ma come, dopo così poco tempo e dopo aver finalmente imparato a sconfiggere chiunque al tavolo verde macinando milioni su milioni, questo decide davvero di fare altro nella vita?”
Questo è stato, diciamo, il pensiero dominante tra chi osserva la vita dei poker pro dal di fuori. Eppure non si tratta di un caso isolato, perché sono tanti i poker pro affermati che arrivati a un certo punto hanno deciso di darci un taglio. Non definitavamente s'intenda, ma quasi.
L'ultimo esempio proviene dal tedesco Fabian Quoss, non un “pinco pallo” qualunque considerando la sua presenza nella top ten della all-time money list tedesca a fronte di oltre 10 milioni di dollari in vincite lorde accumulati in carriera.
Di Fabian si son perse le tracce ormai dal 2017, e se non fosse stato per un suo recente intervento via social, su Instagram per esser precisi, probabilmente ci staremmo ancora chiedendo che fine abbia fatto...
“Non ho mai percepito me stesso come un personaggio pubblico, ma a fronte delle tante richieste ho deciso di scrivere questo post per chiarire la mia posizione a tutti coloro i quali hanno dimostrato interesse nei miei confronti.”
Con questo incipit Fabian dà il via a una bella riflessione sul poker e sulla sua vita in generale:
“Fare il professionista ad alti livelli significa fare enormi sacrifici sotto tanti punti di vista. Non si arriva in vetta a qualsiasi disciplina facendo il minimo indispensabile, bisogna dedicare il 100% di se stessi per arrivare e restare al top. Da una parte è bello vedere la propria passione prendere forma, ma dall'altra questa stessa passione può facilmente trasformarsi in una ossessione. Credo sia così per la maggior parte dei giocatori high stakes, che vivono in costante competizione gli uni con gli altri nel tentativo disperato di soddisfare il loro ego.”
Prosegue Fabian: “Ho adorato il poker perché mi ha consentito di toccare con mano una libertà che avevo sempre sognato, ma da un po' di tempo a questa parte era diventato una prigione. Ci sono tanti modi per impiegare il nostro tempo e ho deciso di dedicarlo ad altri aspetti della vita che non comprendano necessariamente le due carte. Questo non significa che non giocherò mai più nella mia vita...Anzi, non escludo in futuro, se ne avrò bisogno, di rimettermi in gioco a tempo pieno. Ma per ora ho fatto questa scelta e difficilmente nel breve periodo mi troverete nuovamente a grindare come in passato!”