Quante volte l'avrete vista, su...
La mano epica tra Filippo Candio e Joseph Cheong a due tavoli left del Main Event WSOP 2010 ha fatto il giro del mondo, tanto da diventare la giocata più cliccata da quando il Texas Hold'em è diventato un fenomeno di massa.
Sarà perché erano altri tempi, o forse sarà che di Candio ce n'è uno solo, ma quella 'sculata clamorosa' condita da un “Oh my God, oh my God” urlato di fronte alle telecamere è qualcosa che rimarrà impresso per tanto tempo ancora nelle menti degli appassionati.
Un colpo che ha spostato diversi milioni di dollari e che ha sancito l'ingresso di un italiano, per la prima volta nella storia, tra i November Nine, ovvero i finalisti del torneo più prestigioso del pianeta.
Ripercorrere quel travaglio emotivo assieme al protagonista vale più di qualsiasi replay e allora ecco, a distanza di quasi una decina d'anni, come Filippo Candio rivede uno dei momenti più significativi della sua carriera pokeristica:
“L'ho visto tante volte, lo ammetto, ma piuttosto chiedetemi quante volte me ne hanno fatto parlare! Ancora oggi, dopo tanti anni, qualcuno mi fa delle domande a riguardo almeno un paio di volte a settimana!”
Per Filippo non si tratta di una semplice mano di poker, c'è qualcosa di molto più profondo dietro:
“In quella giocata c'è tutto: una marea di soldi, un'esultanza fuori dal comune, la pietrificazione del mio avversario. Gioia e disappunto, speranze e sogni infranti...Davvero volete di più da una mano di poker?”
Rischio calcolato o pura follia? Per Candio la risposta è una sola:
“In quel momento, considerata l'history e la caratura del mio avversario ho pensato: e quando mi ricapita uno spot in cui posso metterle al centro con un'equity così alta? Certo, facile giudicare a carte scoperte ma credetemi che quel call è meno folle di quanto possa sembrare. Tra le altre cose nel video sembra che chiami quasi all'istante quando in realtà passarono qualcosa come dieci minuti e presi la decisione soltanto a metà time bank, dopo che qualcuno pensò bene di chiamare il clock!”
Per gli amanti degli amarcord, ecco la giocata che è ha scritto la storia: