GTO sì, GTO no, GTO forse.
Mixare, exploitare o giocare come un bot? Tante definizioni per arrivare a un obiettivo comune: vincere i soldi ai nostri avversari, perché in fondo di questo si parla.
Qual è il modo migliore, quali mosse o strategie possiamo applicare per trarre un vantaggio sugli altri? La diatriba è più che mai aperta e se è vero che per crushare gli high roller pare sia indispensabile avvicinarsi il più possibile alle prestazioni fornite da un computer, è anche vero che gli avversari rimangono comunque umani.
Soggetti quindi all'errore, alle emozioni e a qualsiasi evento esterno che non andrebbe mai e poi mai ad intaccare le decisioni prese da una macchina. Sulla questione è intervenuto, e non per la prima volta, il professionista inglese Charlie Carrel, uno che sicuramente ha capito come si gioca a poker, GTO o non GTO.
Dopo aver messo a ferro e fuoco la scena high stakes online e live ed essersi ritirato, per così dire, dal poker che conta, Charlie ha detto al sua nel corso del consueto podcast condotto da Joe Ingram, andandoci piuttosto pesante sull'argomento:
“La GTO consente di ottimizzare i nostri range, rendendoli tuttavia exploitabili. Giocare a poker è qualcosa di diverso, inutile randomizzare al massimo le scelte se possediamo un certo tipo di informazioni sul nostro avversario. Immaginate di avere qualcuno davanti che non hai mai fatto un bluff al river nella sua vita... E l'unica volta che l'ha fatto è stato per un errore non voluto: ecco, avere una simile informazione può permettervi di fare un fold eclatante laddove si presentasse una situazione piuttosto complicata, facendovi risparmiare tanti bei soldoni. Perché non usare la testa invece di affidarsi esclusivamente ai numeri?”
Il ragionamento prosegue e Charlie tira in ballo Doug Polk, tra i sostenitori più accaniti della Game Theory Optimal:
“Ricordo di aver visto una giocata di Doug dove ha chiamato l'avversario con un punto inferiore soltanto perché la GTO suggeriva di fare quella mossa. Ma era chiarissimo che l'opponent in questione avesse il miglior punto possibile, perché quindi regalare dei soldi quando si possono includere altri elementi nell'analisi del colpo?”
Il consiglio che Carrel da agli ascoltatori fa riecheggiare quel talento tanto decantato dei fuoriclasse del passato, uno su tutti Stu Ungar:
“La GTO uccide la creatività in nome della razionalità. Ma il poker non è una scienza esatta! Il mio consiglio è quello di non ragionare troppo sul vostro range effettivo, quanto invece su quello percepito e su quello che i vostri avversari hanno in mano!”