Matematica e strategia, quando i numeri non bastano a giustificare una giocata!

Ci sono momenti in cui la ragione non può far altro che lasciare spazio al cuore.

 

Magari non proprio al cuore, quanto piuttosto a una strategia pianificata prima di sedersi al tavolo da gioco.

 

A dirlo è nientemeno che Carlo Savinelli, uno che con le due carte in mano si è costruito una carriera scintillante. Tenetevi forte perché quello che state per sentire, specialmente nell'era della GTO dove la perfezione sembra essere a portata di mano, potrebbe farvi inarcare il sopracciglio.

 

Già, perché il poker è stracolmo di decisioni importanti, anche se alcune più di altre. Ogni singola chip che va da una parte o dall'altra può stravolgere le sorti del torneo direte voi, ma in determinati frangenti un colpo può spostare un'intera carriera.

 

Lo sa bene il professionista campano, a cui non dispiace affatto andare controcorrente, con tutti gli accorgimenti del caso, s'intenda. Immaginate di trovarvi a dover  prendere una decisione che potrebbe costarvi la permanenza nel torneo o farvi schizzare in testa al chipcount. Siamo sicuri che l'unico aspetto da valutare sia quello dell'Expected Value del colpo, positiva o negativa che sia?

 

Secondo Savinelli, quando la scelta è particolarmente borderline e le volte in cui chiamereste non sono poi così tante di più rispetto a quelle in cui gettereste le vostre carte, è bene applicare un filtro differente alla vostra analisi:

 

Innanzitutto bisogna capire quanta edge effettiva si ha al tavolo. Più c'è edge, meno vale la pena rischiare, e viceversa. Le decisioni borderline vanno prese anche a seconda della strategia stabilita a inizio torneo, tenendo in alta considerazioni fattori che sul momento potrebbero sembrare irrilevanti.”

 

Allora eccoci, seduti in prima linea a un EPT milionario con una ventina di giocatori ancora in corsa per il titolo: quante volte ci troveremo in questa situazione nella nostra carriera e quanto sposterebbe perdere un colpo così importante in una fase cruciale?

 

E ancora, che tipo di giocatori sono seduti al nostro tavolo e su quanti abbiamo edge, ma soprattutto, quanta ne abbiamo sui giocatori che si danno battaglia un tavolo più in là? Quanto hanno vinto in carriera gli altri e quanto abbiamo vinto noi?

 

Queste e altre considerazioni risultano essere tanto valide quanto il calcolo dell'equity del colpo in sé, ecco perché il consiglio nelle situazioni critiche è includere altre sfaccettature per prendere la decisione migliore. E voi da che parte state? Matematica e solo matematica o spazio alla strategia e alle circostanze del momento?

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