Negreanu svela i retroscena da adolescente: “Con gli amici avevamo diversi home-games, abbiamo anche inventato una variante!”

Di stare tra i banchi di scuola, Daniel, non ne ha mai avuto troppa voglia.

 

Sin da ragazzino il suo unico pensiero era quello di diventare un poker player professionista, anzi, semplicemente di rimanere un eterno adolescente e giocare, giocare, giocare...

 

Gli anni del College (quale College?) non arriveranno mai come ammette lui stesso: “Ci sarei anche andato ma avevo già preso il poker piuttosto seriamente” - scherza Negreanu in un recente podcast andato in onda su Pokernews - “Le prime esperienze col poker le ho fatte da teenager: ogni fine settimana andavamo da un amico, Chuck, che organizzava una partita nel suo scantinato. Un po' tutti abbiamo imparato a giocare in quel periodo.”

 


Un poker totalmente diverso da quello a cui è abituato in questi giorni, dove il vero obiettivo era divertirsi:

 

Per questo motivo abbiamo inventato una variante tutta nostra, Vananu, il cui nome non significa assolutamente nulla! E' una variante del 7-card stud H/L, nessuna qualifica per il low, dove dopo aver ricevuto tre carte se ne sceglie una da mostrare e si decide se tenere le altre due o cambiarle: quella di sopra costa 5 dollari, quella di sotto 10. Una volta finito il giro si deve dichiarare se si va per il low, per l'high o per entrambi, puntando rispettivamente una, due o tre chip in base al livello scelto. E' un gioco dove ogni mano dura una decina di minuti ma è ricco di sorprese perché puoi avere nulla in mano, puntare sull'high quando il tuo avversario va per il low e vincere il pot col nulla cosmico!

 

Daniel racconta di aver cominciato ad organizzare delle partite private di poker ai tempi della scuola, anzi a dirla tutta:

 

A scuola ne avevo una e a casa un'altra. Quando scattava la pausa pranzo o quando decidevamo di saltare la lezione del pomeriggio, cercavamo un'aula vuota e lì cominciavano le danze. Non avendo chip a disposizione facevo tutti i calcoli con carta e penna. Quella casalinga invece era più professionale diciamo, la chiave per farla andare avanti era la birra: a tutti i canadesi piace stare seduti attorno a un tavolo con della buona birra!

 

Che siate degli amanti dello Stud o meno, bisogna ammettere che fantasia e voglia di mettersi in gioco non siano qualità carenti nel DNA del campione di Toronto. E voi avete mai provato a personalizzare una variante di poker?

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