Detti come “squadra vincente non si cambia” o “una vittoria tira l'altra” non sono sempre veri nel poker.
Tanto che alcuni tra i professionisti live più affermati – parliamo nientemeno che del numero uno nella all-time money list mondiale Justin Bonomo e di una leggenda del poker moderno come Isaac Haxton – sostengono di soffrire di una sorta di “win-tilt”, tilt da vittoria per l'appunto.
Certo, vorremmo tutti trovarci nella condizione di essere tiltati per le troppe vittorie ottenute e al mondo esistono sicuramente problemi più grossi, tuttavia per un professionista del loro calibro un “win-tilt” può costare cifre esorbitanti e minare per un certo periodo tutte le certezze costruite con fatica negli anni.
Riassumendo il concetto al massimo, un tilt da vittoria equivale al “sentirsi arrivato” e non avere quindi più stimoli per mettersi in discussione, studiare, applicarsi prima e durante le partite e via discorrendo.
Una condizione psicologica particolare che porta a una sorta di paralisi (metaforicamente parlando s'intenda) mentale, tale per cui non si trova più una buona ragione per fare quello che si è sempre fatto.
Bonomo ammette che nell'ultimo periodo, dopo la serie mirabolante di successi inanellati: “Sono indubbiamente in win-tilt. C'è una serie di mani che dovrei analizzare e che non mi hanno convinto affatto. Per uscirne forse dovrei smettere di vincere!”
Sembrerà un paradosso ma i pokeristi non sono mai veramente contenti, nemmeno a quelle altezze. Se si gioca al massimo ma si bad-runna ci si lamenta, se si vincono i massimi ma non si è soddisfatti del proprio gioco arriva il “win tilt”...
Isacc Haxton sembra essere della stessa scuola e ammette candidamente di aver subito un tilt da vittoria dopo il Main Event PCA 2007, dove incassò 861 mila dollari:
“Dopo quel risultato non arrivai ITM per una quarantina di tornei di fila. Il mio gioco era eccessivamente loose-aggressive, bastava conoscermi un po' per exploitarmi. A me piace pensare di poter essere immune da qualsiasi tipologia di tilt, ma le cose non stanno affatto così!”
Insomma, il tilt abbraccia anche quelli a cui le cose sono andate oltremodo bene nel poker, a dimostrazione che i risultati di per sé contano relativamente se non si fanno i giusti sforzi per idealizzarli prima e raggiungerli poi...