A molti di noi piace preparare la valigia per andare in trasferta, con l'obiettivo di provare a portare a casa quel trofeo che starebbe benissimo in bacheca.
I tornei dal vivo sono la parte probabilmente più bella del poker, probabilmente però non la più profittevole, almeno dal punto di vista di chi col giochino ci deve campare.
Ha sottolineato questo il professionista Chris Perkins, che ha provato per qualche tempo a fare il grinder di MTT live, costretto però a cambiare strada prima che fosse troppo tardi.
“All'inizio pensavo che avrei giocato tornei per tutta la mia carriera – ha raccontato – dopo aver viaggiato molto per partecipare alle principali tappe degli eventi live, ho capito che non era quella la strada giusta. Ho iniziato così con il cash game live, capendo che quella era la mia dimensione. Oggi gioco con regolarità la 2/5 live e il NL100 e NL200 online...”.
Non ha disdegnato del tutto i tornei, ma sono ora una parte secondaria della sua carriera: “Ancora faccio qualche mtt quando i field sono buoni, ma gioco il cash game ogni giorno come lavoro”.
Il problema è legato soprattutto alle caratteristiche della disciplina, dove la varianza è un aspetto preponderante.
La svolta per Chris è arrivata a giugno, dopo le WSOP.
“Ho deciso di prendermi una pausa dai tornei. Viaggiavo tantissimo, era un anno e mezzo che non rimanevo nella stessa città per più di un mese. Sentivo il bisogno di costruirmi una routine, così negli ultimi mesi mi sono dedicato solamente al cash game online”.
Dal 26 giugno al 7 novembre Perkins ha giocato 370.345 mani, con un winrate di 5bb/100.
“Anche se sono sotto EV di 5.000 dollari sono molto soddisfatto dei miei risultati, considerando che gioco contemporaneamente su 9/12 tavoli”.
In soldoni fanno 19.000 dollari in pochi mesi esclusa la rakeback e il suo obiettivo è quello di migliorare il profitto, magari diminuendo il numero di tavoli.
“Posso ancora guadagnarmi da vivere con il poker e posso farlo da qualsiasi parte del mondo, mi basta una connessione a internet”.