Quanto ci piace parlare di mani...
Lo facciamo continuamente, da buoni amanti del gioco, in qualsiasi circostanza e principalmente per lamentarci della sfortuna. Una run negativa che sembra non terminare mai, un lungo periodo più lungo del previsto e un borsone di frustrazioni pokeristiche che comincia a pesare.
Eppure sono anni che ci imbattiamo in questo meraviglioso gioco e i conti con la run non dovrebbero essere più un mistero. Si vince e si perde ma purtoppo le sconfitte rimangono impresse nella memoria nemmeno fossero scritte con inchiostro indelebile. E allora andiamo a sviscerare a fondo l'argomento cercando di capire come trattare questa benedetta run nel tentativo di fare sempre e comunque le scelte ottimali al tavolo. D'altronde è l'unica cosa che possiamo fare!
Run, no grazie!
Chi parla troppo di fortuna o sfortuna probabilmente si sta perdendo la parte migliore del gioco. Specialmente nei tornei multi tavolo le volte in cui si arriva a mettere tutti i soldi in mezzo sono molte meno di quanto ci si possa immaginare, sebbene se ne vedano di tutti i colori ogni volta (letteralmente).
Prendiamo ad esempio un torneo su una qualsiasi poker room punto it, dove abbiamo raggiunto e superato la zona ITM: avremmo giocato tra le 200 e le 300 mani, o forse qualcuna di più, ma l'unica che ci ricordiamo con chiarezza è proprio l'ultima, quella in cui giocavamo al 70% e per un river sfortunato siamo stati costretti ad abbandonare il tavolo.
A ben guardare però, magari è stata l'unica se non una delle poche volte in cui abbiamo messo tutto il nostro stack in gioco. In tutte le altre circostanze, anche quando siamo arrivati allo showdown preflop, giocavamo soltanto per una porzione del nostro stack e magari siamo stati anche fortunati contro qualche altro malcapitato giocatore rimasto short e costretto a giocarsi tutto.
In un ipotetico spettro di 300 mani quindi, per 2/3/4 volte siamo stati costretti ad andare all-in preflop, mentre in tutte le altre circostanze il gioco è andato oltre il flop.
Se anche avessimo giocato sempre al 70/30, una mano su tre statisticamente sarebbe dovuta finire dalla parte avversaria quindi nulla di anomalo fin qua. Ma allora perché ci ricordiamo soltanto quel maledetto A-K vs A-Q con Q a faccetta al flop? Memoria selettiva.
Ricordiamo più facilmente gli eventi che hanno causato uno shock emozionale rispetto ad altri che passano in sordina. Incosciamente selezioniamo quei ricordi che ci hanno toccato maggiormente proprio perché la loro memoria risulta esser più vivida. Nel prossimo capitolo proveremo a capire come liberarci dall'ossessione della run. Stay tuned!