Nello scorso articolo abbiamo accennato alla memoria selettiva come elemento preponderante tra le cause della percezione di una run particolarmente negativa.
Eliminare questo tipo di ricordi non è la soluzione, non siamo dei computer per cui è sufficiente cestinare un file per non trovarselo più in mezzo.
Il primo passo da fare invece è capire che quella costante percezione di sfortuna è soltanto un'errata percezione di un qualcosa di molto più ampio. Gli appassionati di calcio ricorderanno perfettamente la stagione 2015/2016, quella in cui la Juventus cominciò nel peggiore dei modi per poi risalire la china imponendosi sulle avversarie con una striscia di risultati da capogiro.
Guardando le statistiche dell'intero campionato, con 29 vittorie 4 pareggi e 5 sconfitte (e uno scudetto in tasca) non si direbbe proprio che si tratti di una provinciale. La media punti da 2,39 risulta essere tra le migliori mai registrate nella Serie A a 20 squadre...Eppure se si guardano le prime 10 partite troviamo 3 vittorie, altrettanti pareggi e ben 4 sconfitte, ovvero poco più di un punto a partita.
Perché quindi, dopo le prime dieci gare nessuno dava veramente la Juventus per spacciata nonostante un ruolino di marcia da zona salvezza? Semplice, perché gli appassionati di calcio conoscono bene i valori in campo e sanno perfettamente che difficilmente una compagine come quella bianconera avrebbe potuto lottare per non retrocedere.
Capire il lungo periodo
Il discorso è molto semplice: nel calcio siamo abituati ad avere una visione del lungo periodo (sebbene da buoni tifosi ogni domenica non perdiamo occasione per sputare sangue contro i nostri beniamini) e una striscia negativa di risultati non significa automaticamente che siamo di fronte a dei bidoni.
Nel poker la stagione ha un numero indefinito di partite, un numero ancora più grande di circostanze in cui dovremmo giocarci tutte le chip e tantissime altre sfaccettature. Ecco perché per fare dei bilanci che abbiano un minimo di senso compiuto non ci si può affidare alla nostra memoria ma bisognerebbe analizzare il tutto attraverso un software.
Da questo punto di vista gli HUD (Hold'em Manager, Poker Tracker o Jivaro i più conosciuti) sono utilissimi. Non solo in game ma specialmente a tavoli chiusi, in quanto ci permettono di valutare il nostro andamento nel complesso. Se dopo 5.000 tornei a un determinato a.b.i. Su un field medio di 300 giocatori non siamo ancora riusciti a vincere qualcosa, probabilmente non si tratta soltanto di sfortuna...