Questione di mindset: l'autonalisi per migliorare dai propri errori! Part 4

Vi abbiamo lasciato con un esempio mentre parlavamo dell'importanza del focus ai tavoli e riprendiamo il discorso da un altro esempio, anche se stavolta non relativo a una mano in particolare quanto a una situazione di gioco.

 

 

Sei persone al tavolo, tutti giocatori abbastanza sensati e situazione in stack attorno ai 40/50 big blind per tutti. Apre bottone e noi difendiamo da BB con J♥ 6♥ quasi senza pensarci. Nel mentre stiamo scorrendo la timeline di Instagram lasciandoci rapire da questa o quell'altra foto particolarmente interessate...

 

Casca il flop, rapido sguardo al monitor, non abbiamo preso nemmeno una coppia, check istantaeo. L'avversario ci pensa su una decina di secondi e spara la sua continuation bet, noi facciamo una smorfia e passiamo tornando al nostro smartphone.

 

Ora, immaginiamo che sul flop sia cascato qualcosa come 7♠ 5♥ 2♦ e che, guardando il nostro HUD, l'avversario che ha dato inizio all'action abbia un open da BTN al 25% e una frequenza di c-bet flop close to 100%. Una situazione nella quale avremmo potuto chiamare una strada e rivalutare turn (avendo backdoor straight e backdoor flush più una overcard) o addirittura rilanciare in bluff.

 

Magari, proprio nella stessa mano, un 4♥ al turn ci avrebbe aperto un mondo di opportunità e un bell'A♥ al river ci avrebbe regalato un flush runner runner...Magari proprio nella mano in cui il nostro avversario ha aperto incredibilmente con A-A e non sarebbe mai riuscito a passare river contro una grossa bet.

 

Siamo noi a creare la run?

 

Considerando che per vincere un torneo bisogna trarre il massimo dalle poche, pochissime occasioni che avremmo a disposizione, perdere uno spot apparentemente innocuo come quello sopra menzionato può diventare di capitale importanza nell'economia generale. Cosa sarebbe cambiato se avessimo vinto 30 big blind in quella stessa mano che abbiamo svogliatamente foldato e fossimo diventati chipleader al tavolo? Praticamente tutto.

 

Ecco perché lamentarsi della propria run agli showdown preflop ci pare quantomai riduttivo. A questo punto è legittimo chiedersi: siamo noi stessi a crearci una run più o meno positiva?

 

La mancanza di attenzione porta proprio a questo: minimizzare le occasioni in cui, con la giusta concentrazione, avremmo potuto fare delle chip e aspettare, quasi con impazienza, il prossimo cooler per sbattere il mouse sul tavolo...

 

 

 

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