C'è poco da fare, finché i risultati gli daranno ragione i suoi detrattori potranno sferrare le critiche più acerrime contro il suo gioco, che alla fine rimarranno soltanto chiacchiere.
Phil Hellmuth sta al poker come Roger Federer al tennis, Tiger Woods al golf e via dicendo, è un dato di fatto. La sua ultima impresa al Borgata testimonia come, in fondo, il No Limit Hold'em rimanga una delle sue specialità, sebbene non sia un mistero la sua passione per le varianti.
Lo scorso 26 gennaio "The poker Brat" si è aggiudicato il torneo heads-up da 1.500 dollari del noto casinò di Atlantic City, per una prima moneta da 37.248$. Non una cifra esorbitante, per carità, ma considerando che nel field si trovava gente come Olivier Busquet o Joe McKeehen (ex vincitore del Main WSOP) è facile dedurre che non sia stata una passeggiata mettere gli altri 63 concorrenti in fila indiana.
Una scalata impressionante quella di Hellmuth, cominciata con un sonoro due a zero ai danni di Wenhao Ying, seguita da un due a uno (in rimonta) contro Tim Reilly ai sedicesimi di finali, a cui hanno fatto eco i successi su Travis Greenawalt e Steven Sarmiento.
Semifinale liscia come l'olio grazie a un altro due a zero, stavolta contro Ryan Hall, mentre per il round finale è stata la volta di Joey Cappello, liquidato anch'egli in due partite. Da notare come Cappello sia stato in grado di vincere contro Olivier Busquet nelle semifinali, rifilandogli un due a zero secco.
Insomma, dategli pure del bollito, del fanfarone, del lamentoso: Hellmuth ha fatto la storia del Texas Hold'em e continuerà a farla, che vi piaccia o no. Il muro dei 23 milioni di dollari lordi vinti in carriera sta per essere sfondato, in quanto il count ha raggiunto quota 22.854.566, garantendogli la 17° posizione nella all time money list.
Risultati che acquisiscono ancor più valore se si pensa alla durata della sua carriera, cominciata nel lontano 1987 con una bandierina da poco meno di duemila dollari al "Pot of Gold" da 1.040 di buy-in. Da quel giorno ne è passata di acqua sotto i ponti, ma Phil ha tenuto duro contro tutto e contro tutti, ed oggi eccolo qua a sollevare l'ennesimo trofeo in carriera, per giunto nella specialità heads-up, quella dove il valore del singolo emerge maggiormente.
Come se i 15 braccialetti conquistati alle WSOP non fossero sufficienti a testimoniare il suo immenso valore. E chissà che tra qualche mese, alla 50° edizione delle Series, la sua collezione non si arricchisca di qualche altro cimelio. Il posto in bacheca ci sarà sicuramente...