E chi l'ha detto che per fare il pokerista non bisogna curare altri interessi nella vita?
Maria Konnikova è sicuramente un'eccezione nel panorama mondiale, sia in quanto donna (dal momento che il field non pullula di donzelle come molti di voi ben sanno) che per le sue incredibili credenziali.
Maria ha già scritto due Best Seller, "Mastermind: How to think like Sherlock Holmes" e "The Confidence Game: Why We Fall for it Every Time" oltre ad essere una nota editorialista per le colonne del New Yorker.
Una carriera che non nasce affatto a caso, dato che la 34enne ha conseguito la sua lauera ad Harvard, notoriamente una delle università più prestigiose al mondo. Di recente è stata ingaggiata come testimonial da un noto brand pokeristico internazionale, il che le ha permesso di prender parte a diversi tornei in giro per il mondo. La sua ultima apparizione è stata alle Bahamas, per giocare il PSPC da 25 mila dollari di iscrizione.
Se pensate che abbia pagato di tasca sua una tale somma vi sbagliate di grosso: Maria si è guadagnata l'iscrizione dopo aver trionfato in un evento da 1.650$ di buy-in, che metteva in palio un Platinum Pass per il vincitore oltre a una prima moneta da poco più di 80 mila bigliettoni.
Molto attiva su Twitter, dove recentemente ha invitato i suoi follower a prender parte a una delle due conferenze tenutesi nella nevosa Davos (Svizzera), entrambe poker-related, la Konnikova si è cimentata con le due carte solamente per portare a termine un nuovo libro dal titolo piuttosto eloquente "The Biggest bluff".
Tuttavia, sebbene gli intenti fossero più letterari che altro, è riuscita a dimostrare il suo valore anche al tavolo verde e ad oggi può vantare incassi lordi per 274 mila dollaroni, conquistati dal 2017 ad oggi.
Maria piazza bandierine ovunque, dalle WSOP (4 soltanto nell'ultima edizione) ai vari festival EPT, passando per qualche capatina in Asia dove lo scorso marzo non si è fatta mancare un bel runner up da 57 milla dollari e spicci all'Asia Pacific Poker Tour.
Insomma, definirla poliedrica ci pare il minimo, ce ne fossero di più come lei! Sono proprio personaggi di questo tipo a far bene al movimento pokeristico mondiale, che dopo l'avvento degli high roller pare esser diventato fin troppo serioso. In questo senso Daniel Negreanu non potrà che darci ragione...