Attenti a giocare col fuoco, ci si potrebbe scottare...
La creatività di ciascun giocatore sta alla base del gioco, sia che si tratti di un semplice amatore che di un professionista navigato come Doug Polk, protagonista dell'action che andremo a raccontarvi quest'oggi assieme a una delle leggende del giochino per antonomasia, mister Phil Ivey.
La sensazione che si prova nel vincere un pot in bluff è sicuramente appagante, figuriamoci combinarla a "King Phil", uno che per oltre un decennio è stato considerato l'Alpha e l'Omega del poker tanto da venir paragonato a Tiger Woods, un altro fenomeno incontrastato nella sua disciplina.
Ancor di più se ci si trova in diretta streaming e se si tratta di un torneo da 250mila bigliettoni. Ci troviamo al Challenge da 250K nel contesto dell'Aussie Million 2015, Doug Polk apre a 55K con (2,5 milioni dietro) e Ivey difende il suo BB con 10♠ 9♦ (2,8 milioni dalla sua).
Il flop sembra essere particolarmente dry, 3♠ 10♥ 2♦ e entrambi i giocatori preferiscono checkare piuttosto che puntare. Lo avrebbero fatto con tutto il loro range in modo da non dare indicazioni precise sulla forza della loro mano e infatti è quello che accade.
Su turn 2♥ Ivey pensa che sia il caso di cominciare a prender valore da tutta la parte di range composta da broadway e Ace-high che Polk ha deciso di non c-bettare, specialmente dopo che si apre flush draw a cuori. L'importo della puntata è di 65K, Polk si limita semplicemente al call.
Il river è un 6♣, Ivey opta per una bet corposa a 200mila gettoni e la parola torna a Doug, che con A♠ 4♦ ha soltanto due opzioni: givuppare o trasformare la sua mano in bluff nel tentativo di rappresentare overpair o qualcosa di più...
Doug ci pensa parecchio e alla fine spara un raise a 580K che manda Ivey "in the tank"...A questo punto la situazione è davvero borderline: che Polk stia rilanciando con un 10 migliore è quasi da escludere vista l'entità della sua bet al river, che nella maggior parte dei casi lo avrebbe indotto semplicemente al call.
E' probabile che possa avere qualche overpair, anche se considerato il livello del professionista americano ci devono essere sicuramente anche dei bluff nel suo range. Polk sembra una statua di sale, ma non si diventa Phil Ivey per puro caso e dopo una lunga riflessione ecco il call!