Soprattutto oggi si sta riscoprendo l'importanza del tempo ed è anche per questo che molti pokeristi hanno deciso di intraprendere una carriera senza dubbio difficile, che regala però un bene prezioso: la libertà.
In una recente video-intervista ha parlato del suo percorso e della sua vita lo statunitense Andrew Robl, ragazzo classe '86 che ha vinto 5,3 milioni di dollari in tornei live, cui vanno sommate le (enormi) vincite ottenute nel cash game high stakes, dove si trova certamente più a suo agio.
Lui viene da un piccolo paesino del Michigan, Okemos (21.000 abitanti), dove la maggior parte delle persone segue un percorso “standard”, senza troppe deviazioni dalla norma: studio, lavoro, famiglia e così via.
“Oggi la gente ha la mentalità più aperta – ha spiegato Andrew – ma nel centro dove sono cresciuto io tutti venivano incoraggiati a seguire un percorso tradizionale. Quel percorso però non ha mai avuto senso per me, mi chiedevo quale fosse...”.
Il poker rappresentava per il giovane Robl questo: “un modo per bloccare lo stile di vita tradizionale, il sistema, e fare della mia vita ciò che davvero volevo”.
Nonostante sia oggi abituato a giocare partite molto pesanti, nelle quali ballano un sacco di soldi, Andrew sa bene quanto valga il denaro, perché ai tempi delle superiori, per ricostruire il bankroll perso (si parla di $1.000), ha fatto lavori decisamente umili come il bidello e il manovale.
Le cose per lui sono cambiate in maniera definitiva intorno ai 18/19 anni e lo ha spiegato lui stesso ricordando quel periodo particolare.
“Successe tra le superiori e il college. Quell'estate vinsi 70.000/80.000 dollari giocando a poker online, per un ragazzo di quell'età erano una cifra abnorme. Sono sempre stato un ribelle e pensavo di aver trovato un sistema per non dover fare un lavoro classico, avevo abbastanza denaro per fare ciò che volevo...”.
Oggi è felice con la moglie e il suo cane, e continua a fare quello che gli riesce meglio e che lo ha portato dov'è adesso: giocare a poker, guadagnare denaro con le carte e godersi la libertà che questo “giochino” può concedere.