Maria Konnikova difende il poker: "E' un gioco di abilità, c'è bisogno di nuove leggi!

Se il movimento pokeristico internazionale può trovare nuovo slancio, questo passa imprescindibilmente dalla maggior presenza di donne al tavolo verde.

Lo abbiamo già accennato in un articolo precedente in merito al caos scatenato dal Tweet di Negreanu e lo ribadiamo oggi: poche discipline sportive possono permettersi una totale parità dei sessi (almeno sulla carta, in quanto nei tornei la stragrande maggioranza dei giocatori è composta da uomini) ed è davvero un peccato che nel nostro amato gioco si sia ancora ben lontani da tale traguardo.

 



Tra gli esempi più illustri di giocatrici di successo, che possono davvero portare avanti il movimento, troviamo Maria Konnikova. Speciale non solo perché giocatrice, ma sopratutto per quel che è in grado di fare al di fuori del tavolo verde.

 

Dopo aver partecipato al World Economic forum vestendo i panni della relatrice in quel di Davos, in Svizzera, ha garantito un'altra importante presenza al meeting "La percezione del rischio globale, inganno e delusione" a cui prendevano parte personaggi del calibro di Robert Shiller, Premio nobel per l'economia nonché docente alla prestigiosa universtià di Yale e Victor Chu.

 

Nel corso del meeting la giocatrice ha ribadito, di fronte a un pubblico tutt'altro che incapace di intendere il suo messaggio, quanto il poker "sia un gioco di abilità, con un piccolo problema: i paesi fanno fatica a riconoscerlo come tale e di conseguenza a legiferare in modo da regolamentare il mercato e dargli la dignità che merita."

 

Come se non bastasse, la Konnikova è intervenuta anche in un altro importante meeting "La psicologia dell'imbroglio, come evitare di venir presi per i fondelli", fornendo anche in questo caso il suo prezioso contributo e spendendo due parole circa la diffidenza sul gioco, che ingiustificatamente crea diffidenza tra il pubblico mainstream, senza che questo sia davvero al corrente della questione.

 

Ultimo ma non meno importante il parallelismo tra il riconoscere un buon fold piuttosto che una bella chiamata e la capacità di discernere la veridicità e la bontà delle affermazioni dei nostri interlocutori. Un accorgimento non di poco conto che sposta la questione dal poker giocato alla vita reale.

 

Ecco l'intervento della Konnikova in merito alla questione, sempre che ve la caviate piuttosto bene con l'inglese...Buona visione!

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