Polemica a suon di Tweet per Daniel Negreanu: "Ecco i 5 fattori che fanno di te un buon giocatore per il mondo del poker!"

Quando c'è da far rumore Daniel Negreanu è sempre in prima linea.

 

Giocatore atipico, sia per i risultati ottenuti che per la condotta al tavolo, Daniel si lancia in una provocazione bella e buona a suon di Tweet, enumerando le cinque caratteristiche principali che un giocatore deve avere per essere un buono spot per il movimento pokeristico.

 


Una frecciatina nemmeno troppo velata al mondo degli high roller, che ha trasformato il gioco in qualcosa di fin troppo serio, dove nessuno si azzarda a far volare una mosca. Un concetto distante anni luce dal suo modo di intendere il poker, che come ben sappiamo è prima di tutto intrattenimento.

 

Di player come lui ne sono rimasti pochi oggigiorno, e se escludiamo mosche bianche come il nostro Mustacchione, leggende come Phil Hellmuth, o personaggi fumosi come Will Kassouf, i "chiacchieroni" al tavolo sembrano essere in via d'estinzione. Certo, le cifre in ballo spesso sono tali per cui la massima concentrazione diventa imprescindibile per ottenere un buon risultato.

 

Tuttavia, stanco di avere a che fare con una tensione che non gli è propria, ha deciso di stilare cinque punti che, a suo modo di vedere, definiscono quanto un giocatore sia da considerarsi buono o cattivo per il poker.

 

Vincente, lento, calmo, tirchio e hater: sono queste le cinque caratteristiche che rendono un player poco idoneo a portare avanti il movimento. Al contrario, un perdente, che fa azione in modo veloce, che risulta essere socievole e non disdegna dare azione, oltre a presentarsi con una attitudine positiva, incarna esattamente il prototipo di giocatore che fa bene al giochino:

 

"Sì, essere un vincente nella maggior parte dei casi non è un fattore positivo, perché sono davvero in pochi quelli che riescono a vincere pur possedendo almeno quattro dei cinque aspetti che lo rendono "buono" per il poker."

 

Le reazioni degli altri pro non si sono fatte attendere, uno su tutti Mike McDonald che prova a capirci qualcosa di più ottenendo risposta subitanea: "I giocatori di poker non devono essere necessariamente dei 'caciaroni', ma devono più semplicemente risultare piacevoli."

 

Una linea piuttosto chiara quella di Daniel, che ha conosciuto il poker sotto altre vesti, quando ancora veniva soprannominato "Kid Poker" e se la giocava al cospetto di chiunque. Secondo voi ha ragione a prendere una posizione così netta?

 

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