A lezione di speech-play con Charlie Carrel: quella volta in cui riuscì a far foldare colore a Leon Tsouternik con la mano peggiore! Part 2

Ci siamo.

Blind 25K/50K, apertura di CO a 125K, 3-bet di Leon da BTN a 325K, flat di Charlie Carrel da BB. Gli stack? 2,7 milioni per Charlie, 3,9 milioni per Leon. Ah già, le carte: A♥ 9♠ per il proprietario del King's, 10♥ 10♦ per l'enfant prodige britannico.

 

Il flop recita 8♠ 4♥ Q♠: "Vuoi tenerlo piccino o grande?" esclama Charlie alludendo chiaramente al pot e riecheggiando il tipico trash talking di Will Kassouf. Check. Leon checka dietro.

 

Il turn è un J♠, Charlie punta 275K e mima un pescatore che cerca di tirare su il suo pesce riavvolgendo il mulinello. Leon sorride e chiama, mentre piatto raggiunge quota 1,1 milioni e spicci.

 

Il river è un K♠ che chiude flush draw, Leon ha la mano migliore, Charlie una misera quarta coppia senza Picche. Nuova bet: 650K, parola a Leon, o meglio è ancora Charlie a parlare un istante dopo la puntata:

 

"Questa è esattamente la faccia che volevo vedere: Leon che non ha scala colore! Proprio quello che speravo accadesse!"

 

"Senza scala colore..." Ripete Leon scandendo le parole. Charlie ride a sua volta e ribatte: "In realtà è praticamente impossibile che abbia scala colore, ma sicuramente potresti avere colore..."

 

"Per quale motivo dovrebbe essere impossibile?" Chiede Leon.

 

"Oh, nessuna ragione in particolare, nessuna davvero..." Risponde prontamente Carrel.

 

"Vuoi dirmi che hai un 10 o un Asso a Picche quindi?"

 

"Cosa pensi che abbia allora?" Chiede Charlie mentre Leon smette di contare le chip per effettuare il call: "Penso che tu abbia A-10 con un 10♠. E non posso batterlo, una buona notizia per te."

 

"Beh, è il mio stile quello di prendere le carte al river – esclama Carrel riferendosi a diversi piatti vinti in precedenza proprio contro Leon, nei quali è riuscito a chiudere la mano migliore all'ultima carta – "Ma non può capitare sempre, giusto?"

 

La conversazione continua e Charlie sembra parlare con fin troppa disinvoltura delle mani con cui potrebbe bluffare (abbiamo analizzato questa particolarità qualche giorno fa in uno spot giocato dallo stesso Carrel contro il nostro Mustapha Kanit): "Potrei avere J-10, A-Q...Anzi A-Q è proprio una mano che blufferei in questa circostanza..."

 

"Sarebbe terribile se avessi A-Q e l'Asso fosse a Picche" interrompe Leon che poi chiede: "Quanto hai puntato? Non riesco a contarle..."

 

"Sono un bel po' di verdine" risponde subito Charlie riferendosi alla pila di chip verdi da 25.000 gettate al centro del tavolo.

 

"Potresti essere in bluff..." Continua Leon mentre il clock segna già 5 minuti abbondanti alla voce "decision".

 

"Anzi, – si corregge – vuoi piuttosto farmi credere che tu sia in bluff..."

 

"Beh, te l'ho detto, ho diversi bluff nel range, 8-9, A-Q, J-10..."

 

"Col 10 a Picche magari..."

 

"Col 10 a Picche non sarebbe un bluff" ribatte nuovamente Carrel.

 

Nel mentre qualcuno si lamenta dell'eccessivo tempo perso per una singola decisione, quindi Carrel esclama: "Direi che è arrivato il momento di chiamare il clock, anzi, un clock amichevole!"

 

"Passo. E tu hai un 10 di Picche..."

 

Carrel accenna una smorfia e porta a casa il pot. Era forse questa una mano di poker? Forse sì, o forse molto più di questo.

 

Date uno sguardo alla video spiegazione fornitaci direttamente dal protagonista dell'action, sempre che ve la caviate benone con l'inglese:

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