Daniel Negreanu e una lezione che va oltre il poker: "Facile abituarsi a vincere, ma bisogna saper perdere!"

Daniel Negreanu sta al poker come Federer al tennis.

 

Anzi, forse ciò che Daniel ha fatto per il suo movimento va ben oltre i risultati sportivi (si perché come il tennis, anche il poker è uno sport, sebbene lo sia solamente a livello mentale) dato che grazie a lui milioni di appassionati si trovano oggi a darsi battaglia ai tavoli online e live.

 

La sua capacità di leggere gli avversari, la sua voglia di scherzare sempre e comunque e la grande umiltà nel reinventarsi e mettersi nuovamente a studiare per poter competere con le nuove leve è qualcosa di straordinario.

 



Non tutti sono stati in grado di reggere il cambio generazionale che si è inevitabilmente verificato da qualche anno a questa parte. Phil Hellmuth ne è la testimonianza, dato che continua ad arroccarsi su posizioni difficilmente difendibili sbandierando la sua "White Magic" (il suo sesto senso per dirla in termini prosaici) come l'unico modo per essere i numeri uno.

 

In un recente podcast Daniel ha parlato dell'importanza di saper accettare la sconfitta da parte di chi fa il giocatore per professione: "Spesso quando uno chiude secondo o terzo lo si lascia in pace per evitare di infastidirlo, ma se fai questo come lavoro devi saper accettare anche quando le cose non vanno come ti saresti aspettato."

 

Un esempio concreto riguarda il suo comportamento alle WSOP 2017, dove chiuse all'undicesimo posto la sua cavalcata memorabile, a un passo dal final table: "In quella circostanza sono rimasto oltre un'ora in sala per concedere interviste, foto e autografi a chi me lo chiedeva. In quel momento ho capito qual era il mio ruolo e ho fatto ciò che si dovrebbe fare nella mia posizione."

 

Daniel ammette di sforzarsi quanto più possibile per concedersi ai fan: "Alcune persone hanno la possibilità di incontrarmi una sola volta nella vita e magari hanno aspettato tanto per potersi fare una foto con me. Perché deluderli? Nel 99% dei casi sono sempre disponibile, poi ovviamente capita a tutti la giornata storta e magari qualcuno c'è rimasto male..."

 

Chiosa finale sulla possibilità di esultare al tavolo in caso di vittoria: "Molti giocatori dopo aver vinto una bella mano preferiscono il silenzio a una bella esultanza. Il poker invece è fatto di emozioni, perché nasconderle quando non è necessario? Se fatta con rispetto, un'esultanza non può far altro che bene allo spettacolo, smettiamola con questi falsi moralismi!"

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