Phil Hellmuth, la leggenda che diventa caricatura di sè stesso.

Phillip Jerome Hellmuth Junior, the poker brat, mister 15 braccialetti alle WSOP.

 

Uno che a poker non ci ha solo giocato, ma che aiutato l'intero movimento a crescere e ne ha fatto, più che un lavoro, una ragione di vita.

 

Phill Hellmuth è stato per anni una leggenda e il suo nome non sparirà mai nella mente di chi ricorda i più grandi giocatori di tutti i tempi. Tuttavia quello che si aggira ai tavoli da gioco negli ultimi anni sembra essere la sua controfigura.

 


Perché è bello fare il "bad boy" se poi vinci i braccialetti, ma a lamentarsi troppo senza ottenere risultati si rischia di diventare patetici, ed è un po' questa la sensazione che Hellmuth ci ha lasciato, sia in queste WSOP che in generale negli ultimi tempi.

 

La sua ostinazione nel mantenere fede alla linea e non aprirsi mai realmente al confronto con chi lo attacca, stringendosi dietro i suoi titoli mondiali e quei risultati che ormai sono solamente un dolce ricordo.

 

Hellmuth è e sarà sempre troppo orgoglioso per ammetterlo, ma la ragione per cui ha successo quasi solamente nei tornei low buy con migliaia di iscritti è semplicemente perché il suo gioco, un po' antiquato, può forse funzionare contro l'amatore medio americano ma viene exploitato da chiunque abbia qualche anno di esperienza come grinder online.

 

In queste WSOP ricordiamo la scenata clamorosa con Andrea Shehadeh nella fase finale di un NLH da 1,000$, con Hellmuth che da letteralmente in escandescenze  all'ennesima 3 -bet del nostro Andreino, comportandosi sicuramente non da esempio per gli altri nonostante l'esperienza ultratrentennale ai tavoli.

 

Se si guarda lo score su Hendonmob Phil in queste Series ha collezionato ben 9 posizioni a premio. Un'enormità. Circa 70,000 dollari vinti di qui oltre la metà grazie a un 5° posto in un evento...Online! Già, strano il mondo eh?

 

Tutto ok direte voi, e lo sarebbe se Hellmuth non avesse osato sedersi anche a tavoli che ormai non sono più alla sua portata. Ci riferiamo sicuramente al 50K giocato a inizio WSOP, nel quale non sappiamo bene quante ore sia durato, oltre ad altri tornei dal buy-in superiore a 5,000$ nei quali non ha certo brillato.

 

Se si considerano soltanto le entrate al 10,000$ al 50,000$ e ai buy- in spesi per questi 9 tornei, in bilancio segna rosso. E non abbiamo aggiunti tutti gli altri tornei nei quali non è arrivato nemmeno lontano dai premi. Insomma, per un campione come lui che ancora gonfia il petto al primo attacco, chiudere le Series con un passivo di 30, 50, 100 mila dollari non è certo l'ideale. Che sia arrivata l'ora anche per lui di ridimensionare le sue ambizioni e misurarsi esclusivmaente contro un field più ampio sul quale è ancora in grado di far valere la sua edge?

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