Phil Hellmuth contro Sammartino: "Dario è diventato una calling station, facile vincere contro avversari così!"

Non tutte le ciambelle riescono col buco.

Ne sa qualcosa Dario Sammartino, che il sogno di vincere il braccialetto l'ha accarezzato più di chiunque altro. Rimane la ciambella, ripiena di sei milioni di dollari, ovvero il premio destinato al runner-up.

 

In tanti hanno tessuto le lodi di Madgenius, ma se alla fine il sogno non si è avverato, ci sarà pure qualcosa che è andato storto e non solo a livello di run. E' di quest'idea nientemeno che Phil Hellmuth, uno che non le manda certo a dire quando ha l'occasione di mettersi in mostra.

 


E quale occasione migliore se non il commento dell'heads-up finale andato in onda su ESPN, visto da circa 30 milioni di spettatori solamente negli Stati Uniti:

 

"In questo heads-up abbiamo visto i giocatori arrivare molto spesso al river. Ciò significa che hanno intenzione di farsi la guerra fino all'ultimo in modo sincero." esordisce Maria Ho al commento assieme a Hellmuth, che precisa:

 

"Sono d'accordo. Spezzo una lancia a favore di Ensan perché non si è tirato indietro e ha puntato su tutte le strade. Al contrario Sammartino era troppo ostinato e faceva fatica a mollare la presa con mani mediocri. Dario è praticamente una calling-station e contro questa tipologia di giocatori è molto semplice fare delle chip. E' sufficiente puntare quando si prende top pair o mani più forti e il gioco è fatto."

 

Non sarà il giocatore più in forma al momento, ma dall'alto dei suoi 15 braccialetti al netto del suo stile di gioco sicuramente particolare Hellmuth incalza, dispensando addirittura dei consigli su come andrebbe affrontato l'avversario:

 

"Sammartino deve aspettare di ricevere mani migliori e darci un taglio con le bottom e middle pair. Ensan gioca chiaramente con un range più forte e nel poker, in particolare nei testa a testa, sapersi adattare all'avversario è l'aspetto più importante. E poi certo, qualche volta bisogna anche inventarsi qualcosa."

 

Una stoccata bella e buona quella di Phil, che non ci sentiamo di condannare. In altri articoli di approfondimento abbiamo analizzato alcune delle giocate di Sammartino, in particolare la mano finale grazie anche al contributo di Doug Polk, e a livello tecnico c'è poco da obiettare.

 

L'approccio di Hellmuth invece, non segue certamente le linee canoniche ma si basa maggiormente sull'istinto e in base alla sua sensibilità (e al fatto che potesse vedere le carte) ha espresso la sua opinione, stroncando l'atteggiamento del nostro alfiere. E voi da che parte state, ve la sentite di sposare la causa di Hellmuth?

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