Numero uno senza gloria: il paradosso di Dario Sammartino

Il Texas Hold'em è un gioco bastardo.

Citando i fratelli Cohen, il poker è stracolmo di "Inglorious Basterds": fior fior di campioni che hanno scritto pagine importanti nella storia del giochino senza (quasi) mai levarsi la soddisfazione di alzare al cielo un trofeo.

 

Si dice che in fondo l'unica cosa che conta sia il vil denaro, ma da pokeristi sappiamo benissimo che le cose non stanno affatto così. Quante volte vi sarà capitato di arrivare in fondo a un torneo, vincere una bella somma ed essere avviluppati da una strana senzazione di insoddisfazione per non esser riusciti ad arrivare primi.

 

Certo, a differenza di altri sport i secondi, i terzi e via dicendo ottengono una ricompensa decisamente più alta di chi perde una finale in qualsiasi altra disciplina. Ma se il gioco si riducesse a una mera questione venale probabilmente non saremmo qua a scrivervi e nemmeno voi a leggerci.

 

La storia di Dario Sammartino racchiude un paradosso difficile da spiegare: è lui il miglior italiano di sempre nel poker live, almeno per quanto concerne il ranking stilato da Hendonmob, eppure osservando i suoi risultati di primi posti ce ne sono davvero pochi.

 

Vagonate di soldi e "Zeru tituli" come direbbe José Mourinho. La differenza principale che intercorre tra Dario Sammartino e Mustapha Kanit risiede proprio in questo piccolo grande dettaglio.

 

Mustacchione, complice anche un pizzico di fortuna che in questo gioco risulta essere fondamentale come nella vita, riesce meglio del suo amico e compagno di trasferte a trasformare in oro i tavoli finali conquistati.

 

Dario invece, pur rimanendo un giocatore eccellente, sembra non volerne sapere di scrivere il suo nome in cima alla lista dei partecipanti. Chi segue il giochino da appassionato ricorderà benissimo quel terzo posto al One Drop da 111,111$ del 2017, così come non dimenticherà il sogno sfumato quest'anno prima all'evento HORSE, dominato in lungo in largo dal partenopeo, che ovviamente il runner-up al Main Event.

 

Non solo, perché se andiamo a scorrere i risultati presenti su Hendonmob, troviamo tante altre vittorie sfumate sul più bello: dal 4° posto al 25K di Montecarlo nel 2017 al runner-up al 25K Shot Clock delle Bahamas nel gennaio dello stesso anno, passando per una caterva di altri risultati di prestigio. Solo questione di fortuna o Sammartino deve lavorare un po' sul mindset quando in palio c'è un trofeo?

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