Molti di voi saranno abituati a sentir parlare di deal economici nei tornei, in modo da livellare i payout generalmente verticali nelle posizioni che contano. Si sente meno parlare invece dei deal ai tavoli cash...
Ma come, direte voi, che c'entra il deal col cash game? Ebbene sì, ci riferiamo alle situazioni in cui due o più giocatori si trovano coinvolti in un colpo e sono costretti a mettere tutte le chip al centro in attesa che il flop, o il turn o il river, vengano girati.
Il cosiddetto "run it twice" per farla breve, che si presta a più interpretazioni: alcuni preferiscono girare due board, altri magari arrivano addirittura a tre o quattro carte tra turn e river (qualcuno ricorda la mitica mano giocata da Phil Hellmuth contro un amatore dove riuscì a perdere 3 volte su 4 con una mano fortissima?)
Quando si opta per il deal, a livello matematico l'equity della mano rimane inalterata, quindi che motivo c'è di optare per questa soluzione?
La giocatrice professionista Vivian Saliba spiega che in questo modo si riduce notevolmente il fattore varianza, lasciando alla fortuna un margine minore per influire sulla nostra sessione. Immaginate di giocarvi tutti i soldi in coin-flip, con A-K vs Q-Q: se aveste la possibilità di girare 4 board, le possibilità di vincere almeno uno dei 4 (e quindi contenere le perdite in caso di runout sfortunato) sono molto elevate rispetto a un singolo board.
Insomma, in questo modo ci saranno meno swing e verrà esaltata maggiormente la bravura del singolo. Lo stesso dicasi ovviamente per i tornei: se ci si trova in una condizione di scarsa giocabilità, con stack quindi risicati e grandi possibilità di incappare in un cooler, raggiungere un accordo limita sì la possibilità di centrare il big shot ma d'altronde come recita l'adagio popolare "chi troppo vuole nulla stringe..."
Se vi rendete conto di non avere alcun vantaggio concreto sul vostro avversario pur avendo buono spazio di manovra, anche in questo caso proporre un deal non è affatto un delitto.
Magari sul momento vi sembrerà di rinunciare a una fetta di montepremi che avreste preferito avere in tasca, ma vi assicuriamo che nel lungo periodo il deal risulta essere spesso la scelta migliore, salvo ovviamente circostanze in cui il vostro avversario è praticamente spalle al muro e le sue chance di rimonta sono ridotte al lumicino.
Concludendo: il deal non è soltanto una prerogativa dei tornei ma può essere fatto anche al tavolo cash e in entrambi i casi risulta essere l'antidoto migliore agli effetti della varianza. Provare per credere!