C'è chi viene e chi va. Doug Polk appartiene alla seconda categoria, almeno da qualche settimana a questa parte.
Lo ha annunciato via Twitter ai suoi follower dopo aver portato a compimento la bankroll challange, una sfida che lo hia esposto anche a diverse critiche circa la sua riuscita dopo diverse "cadute" in corso d'opera:
"Un ringraziamento a tutti quelli che hanno creduto in me e mi hanno supportato in questa lunga sfida. L'ho vinta a modo mio, con aggressività: ero consapevole di avere edge sui giocatori e ho portato la gestione del bankroll un po' agli estremi giocando il NL500 con meno di dieci buy-in. Il mio era un rischio calcolato, il consiglio ovviamente di non fare altrettanto perché potreste uscirne con le ossa rotte. Per quanto mi riguarda era una mera questione di EV, in quanto le cifre che stavo giocando non avrebbero avuto alcuna ripercussione sulle mi finanze globali."
Se pensate che la notiziona si limiti all'aver ammesso di esser andato un po' oltre i limiti con la gestione del roll, vi sbagliate di grosso. Ai ringraziamenti di rito infatti è seguito l'annuncio del ritiro dal poker giocato, una notizia scioccante per le decine di migliaia di fan sparsi per il mondo:
"Sono tanti i campi in cui vorrei spaziare, dalle crypto valute alla produzione di contenuti video. Non sparirò nel nulla, mi vedrete sempre su Youtube, con la differenza che non sarò più un giocatore professionista."
Polk ammette che il poker gli ha regalato tantissime soddisfazioni e non rinnega affatto la scelta di averlo fatto per lavoro, ma dopo dieci anni di onorata carriera sembra arrivato il momento di dare una sterzata e dedicarsi a qualcosa di diverso:
"Si vive una sola volta e bisogna sempre fare quello che ci piace. Io nel poker ho raggiunto tutti i traguardi che mi ero prefissato, ormai non ho più gli stimoli per continuare. Mi dedicherò ad alcuni business che sto portando avanti da tempo. Per questo e per tutto il supporto vorrei ringraziare la mia ragazza Kate, che non si è mai lamentata nonostante la mia routine da grinder mi portasse a giocare per dieci ore filate."
Insomma, dopo Fedor Holz ecco un altrio addio illustre, anche se non ci metteremmo la mano sul fuoco sul fatto di non ritrovarlo a un tavolo da poker nel giro di qualche anno. In fondo pokeristi si nasce, non lo si diventa e basta, e Polk non ci pare uno che possa rinnegare così facilmente la sua essenza. Chissà, per il momento i fan dovranno accontentarsi soltanto delle sue Hand Analyisis.