Mustapha Kanit progetta il suo futuro: Non mi vedo a 50 anni a fare il pro in giro per il mondo".

Ventotto anni, di cui gli ultimi quattro passati in testa alla all-time money list italiana, e una maturità che si comincia a toccare con mano.

 

 

Mustacchione è cresciuto, s'è fatto uomo e guarda al poker con occhi diversi rispetto al passato, anche se è proprio grazie al giochino che ha raggiunto una invidiabile serenità economica:

 

"Il poker è  modo migliore per fare da zero a tanto, i ROI sono ancora discreti anche se le fluttuazioni nel breve periodo rendono il tutto più rischioso. È incredibile che in Italia ancora non si sia fatto nulla per legittimare la figura del poker player, ed è anche il motivo per cui da diversi anni ho deciso di spostarmi all'estero.

 

Quando un pokerista parla con un giocatore do scacchi gode del massimo rispetto, a dimostrazione che si tratta di due discipline dove l'abilità è fondamentale anche se il modalità differenti, mentre altrove viene ancora visto in modo differente."

 


Dopo tre anni a Vienna, Musta è tornato nella sua Londra, sia per questioni personali che per ragioni economiche:

 

"L'Inghilterra è l'unico paese in Europa che ha una legislazione in materia di poker, mentre l'Austria viene considerata come Grey, ovvero esiste un precedente legale che fa legge ma non vi è una vera e propria regolamentazione."

 

Per Musta, al momento, non esiste via d'uscita per gli italiani che vogliono intraprendere una carriera professionistica nel poker se non varcando i confini nazionali:

 

"In Italia fare il pro è impossibile da diverso tempo. Io e Dario siamo stati delle eccellenze italiane che hanno avuto riconoscimento ovunque tranne che nel proprio paese. E questo è fuori da ogni logica. Al momento il poker occupa il 40% delle mie attività, sto cercando di differenziare in altri business e la maggior parte li ho in UK."

 

Riguardo il futuro però, il Musta nazionale ha le idee abbastanza chiare. Non esclude la possibilità di metter sù famiglia tra 4/5 anni e soprattutto non vede il poker nel suo futuro:

 

"Col tempo il poker giocato occuperà sempre meno posto nella mia vita, non mi vedo a 50 anni fare ancora la vita da grinder in giro per il mondo. Se a quell'età vorró farmi un Main non disdegneró di certo, ma sarà più per piacere che per altro".

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