Barcellona, festival EPT.
I tornei sono terminati ed è il momento di rilassarsi, sorseggiare un calice di vino e fare quattro chiacchiere.
Grazie a qualche conoscenza in comune con degli amici danesi, chi vi scrive finisce al tavolo (non quello verde ma un semplicissimo tavolo da bar, per fortuna!) con il noto pro Frederik Jensen e qualche altro connazionale. Tutti pokeristi ovviamente.
La conversazione spazia dai racconti di qualche serata con un tasso alcolico più elevato del solito alle meraviglie della Costa Brava, passando ovviamente per il poker.
A prendere la parola è il più anziano del gruppo, 57 anni appena compiuti e tanta esperienza alle spalle:
"Voi giovani" - esclama riferendosi agli altri presenti - "pensate che noi amatori, magari un po' avanti con l'età, non possiamo far altro che sperare nella fortuna per andare avanti in un torneo, ma vi sbagliate. Anche noi abbiamo i nostri modi per prenderci qualche vantaggio su di voi."
Qualche commento goliardico, altrettanti sorrisi ma l'attenzione è tutta per lui, l'archetipo dell'amatore attempato che gioca sempre col nut:
"Immaginate un'action nella quale c'è un open, una 3-bet e qualche flat. Se faccio uno squeeze da big blind, a prescindere dalle mie carte, avrò una credibilità che voi giovincelli vi scordate proprio. Chi si sognerebbe mai di andare a mettersi contro il signorotto tight che squeeza in questa dinamica senza una coppia d'Assi?"
A ben pensarci potrebbe non avere tutti i torti. E' vero che il gioco tight passive non è sicuramente la strategia migliore per approcciare un torneo di poker, ma quante volte sarà capitato di overfoldare sullo squeeze del signore di turno, mettendo sotto anche una mano di assoluto valore?
"Se ci si crea la giusta immagine è difficile trovare azione dopo una giocata del genere. A volte mi capita di farlo con qualsiasi carta e posso garantirvi che la percentuale di riuscita è veramente alta."
Provare empiricamente la veridicità di questa affermazione è praticamente impossibile, ma siamo altrettanto sicuri che dietro un'uscita così perentoria ci siano delle motivazioni più che valide. In fondo è proprio questo il bello del poker: chiunque può giocarlo a modo suo e trovare la strategia che più gli si addice. E magari riuscire anche ad arrivare al tavolo finale...