Se c'è un argomento che infiamma le community pokeristiche degli ultimi anni, questo risponde all'acronimo di GTO, Game Theory Optimal, la teoria del gioco ottimale.
Una materia ostica per i meno avvezzi allo studio ma fondamentale se si vuole avere successo nel lungo periodo, specialmente ai piani alti del giochino come quelli che frequenta il buon Stephen Chidwick, ospite del consueto podcast condotto da Remko Rinkema.
Chidwick nell'ultimo periodo è stato tra i giocatori più in vista, sia per gli oltre 20 milioni di dollari incassati negli ultimi due anni che per il raggiungimento della prima posizione nella all time money list Inglese.
Il campione britannico ha fatto della GTO il suo mantra per parecchio tempo, ma stando a quanto dichiarato ai microfoni il suo gioco non si basa esclusivamente sulla teoria ottimale, anzi:
"Conoscere la GTO oggigiorno è fondamentale se si vuole ambire in alto. Io ho passato tantissime ore a studiare sui solver, quando ancora utilizzavo cardrunner EV invece di Piosolver, indubbiamente il software più completo che abbia mai avuto tra le mani.
Lo studio è importante non solo per migliorare il proprio gioco ma anche per capire quando e come deviare dalla strategia ottimale per mettere in atto un gioco exploitativo. E' necessario conoscere le basi e assicurarsi che anche gli altri siano sullo stesso livello prima di lanciarci a fare una giocata cucita a pennello su un giocatore."
Per Stephen quindi non esiste gioco exploitativo senza una buona conoscenza della GTO, alla faccia di giocatori come Bryn Kenney che continuano a rifiutarsi di studiarla pur accumulando milioni su milioni a ogni tappa. Anche in questo caso però c'è una spiegazione secondo lui:
"Se uno capisce il gioco ed è abbastanza intelligente può comunque giocare un buon poker senza studiare nulla. E' pieno di giocatori validi che non hanno mai aperto un solver, anche se questi strumenti tecnologici diventano imprescindibili per chi decide di misurarsi nella scena high roller."