Ecco come sarà il futuro degli high stakes secondo Tom Dwan!

Se c'è qualcuno al mondo che ha un'opinione ben formata sugli high stakes, questi è Tom Dwan.

Il noto professionista americano, da sempre in prima linea quando si tratta di giocare cifre proibitive, è stato per anni un punto fisso nelle sale nosebleed di Vegas prima e di Macao poi.

 

Che sia effettivamente andato broke nella sua carriera o, come sostenevano le malelingue fino a poco tempo fa, fosse finito in mano a chissà quale organizzazione di businessman cinesi che lo tenevano al guinzaglio rimarrà sempre un mistero.

 


Quel che conta è che Tom Dwan è tornato a farsi vedere dopo un periodo di anonimato e lo ha fatto prendendo parte al consueto podcast condotto da Remko Rinkema, rispondendo ad alcune domande su quel che è e sarà l'ecosistema high stakes:

 

"A dir la verità non ci avrei scommesso sulla buona riuscita delle Triton Series e invece mi son dovuto ricredere. Devo ammettere che Paul Phua ci ha visto davvero bene e questo dimostra che l'audacia e la voglia di innovare a volte pagano."

 

Sarà per via dell'esperienza cinese, ma Dwan ha le idee piuttosto chiare sulla direzione che il poker dovrebbe prendere. Per lui il pericolo più grande da scongiurare è che il poker assomigli sempre più agli scacchi:

 

"Se il poker diventasse un gioco statico, dove solo chi studia di più può ambire a vincere, morirebbe nel giro di qualche anno. In questo modo gli amatori, non potendo più competere contro i professionisti, si sentirebbero intimiditi e giocherebbero altrove o a qualcos'altro, levando quella fetta di liquidità fondamentale a far andare avanti il sistema."

 

In quest'ottica Dwan vede di buon occhio l'introduzione dello shotclok, che limita il tempo a disposizione di ogni giocatore a 30 secondi per ogni azione:

"Non è piacevole per un amatore stare fermo impassibile per 3 o più minuti mentre il pro di turno lo scruta da cima a fondo nel tentativo di carpire un tell. Lo shotclock infatti piace tanto agli amatori anche per questo, perché anche se in minima parte ha la funzione di ridurre il gap tra chi gioca per diverimento e chi lo fa per professione."

 

Sempre in tema di liquidità, Dwan sponsorizza lo Short deck, ovvero la nuova forma di poker tanto in voga dalle parti di Macao: "E' un gioco che piace molto agli amatori ed ha ancora tanto margine di evoluzione perché fondamentalmente nessuno lo conosce a fondo ancora..."

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