Quando parliamo di Nick Marchington, ci riferiamo a un giocatore che ha saputo conquistarsi la stima dei colleghi e degli addetti ai lavori, soprattutto nel poker online in cui ha fatto vedere ottime cose.
Prima ai tavoli di cash game e poi nei tornei MTT, il giocatore americano ha fatto segnare risultati importanti, ma difficilmente si sarebbe immaginato di tradurre queste sue skill anche nel passaggio al poker live.
Tuttavia, Marchington passerà alla storia come uno dei componenti del Final Table del Main Event delle World Series of Poker 2019, in cui il nostro Dario Sammartino ha sfiorato il successo più importante della storia del gioco nel nostro Paese. Nick ha concluso questa sua lunga avventura al Rio Casino di Las Vegas in settima posizione, e di certo non può essere annoverato come un risultato frutto del caso.
Anche perché, pure essendo alla sua prima vera esperienza alle WSOP, Marchington ha acquisito delle skill che gli hanno consentito di giocare davvero un ottimo poker durante le fasi più importanti del Main Event. Eppure lo stesso giocatore americano, in un’intervista rilasciata per i media a stelle e strisce, ha confessato di aver provato più di una difficoltà, soprattutto nell’approccio a un tavolo vero.
“Non avevo mai fatto esperienze nel poker live – ha dichiarato Marchington - . Prima delle WSOP ho provato ad abituarmi all’ambiente giocando cash game per un paio di mesi, ma si vedeva che ero inesperto. E anche a Las Vegas le cose non sono state facili all’inizio. Basti pensare che nel bel mezzo di una mano mi sono ritrovato a vedermi foldare la mano perché avevo mostrato le carte al mio vicino di posto”.
Tuttavia, il trauma per il debutto in un evento live, per giunta il più importante dell’intero calendario stagionale, è stato superato brillantemente da Marchington. Non appena ha sperato lo stato di empasse per il passaggio dall’online ai tavoli veri e propri, Nick ha giocato un ottimo poker e si è meritato l’approdo al tavolo finale. Anche se il ragazzo non sembra voler smettere di imparare per migliorare ancor di più il suo approccio al tavolo.
E nel corso dell’intervista, Nick svela anche alcuni segreti che, a suo parere, i giocatori che approdano nel live dopo una vita dietro a un PC dovrebbero ascoltare e mettere in pratica: “Dovete restare concentrati sulle basi, vanno applicate in tutte le situazioni altrimenti non servono. Ad esempio bisogna pensare a come ottenere valore dalle mani in cui fate una value bet, e al tempo stesso quali mani far foldare se siamo in bluff”.
E per il prosieguo della sua avventura nel poker live, Marchington sembra avere le idee molto chiare. Tra le altre cose, dopo l’avventura alle WSOP Nick ha ottenuto anche un quarto posto al WPT Deepstacks di Nottingham in Inghilterra. Ma non sembra volersi fermare: “Mi piacerebbe giocare eventi High Roller, non sono ancora all’altezza ma continuando a imparare e a migliorare sul piano del gioco sono sicuro di arrivarci molto presto”.
Fossi in voi mi fiderei di uno che al primo evento live ha sfiorato un’impresa da sogno...