Per vincere una mano a poker bisogna avere il punto migliore o fingere di averlo, tanto da convincere gli avversari a passare.
Questo almeno è quel che la pratica ci insegna, ma se il discorso fosse così semplice probabilmente il Texas Hold'em non sarebbe così popolare.
Quel che fa la differenza tra un buon giocatore e uno meno bravo è l'abilità di estrapolare il massimo valore nelle varie situazioni di gioco. Perché talvolta non serve né forzare la mano né sperare di hittare il punto nut. Quel che conta è semplicemente avere un punto sufficiente a battere quello di chi ci sta davanti ed estrapolare i massimi dalla nostra giocata.
Quest'oggi faremo un esempio per giustificare il titolo, un po' provocatorio, che ha dato il là a questo pezzo. Il gioco si evolve continuamente e quel che andava bene in passato potrebbe non essere più valido. Ma cosa è cambiato rispetto a qualche anno fa?
Grazie all'introduzione dei solver - che cercano sempre di elaborare una strategia bilanciata contenente una certa porzione di bluff nel range, così come una di valore, in modo da non essere facilmente exploitabili – il gioco ha fatto un ulteriore step in avanti e ora anche i meno esperti hanno imparato a cogliere le opportunità quando queste si presentano.
Ecco quindi che di fronte a una missed c-bet, ovvero un check back dopo il check avversario su un nostro raisato, sempre più giocatori provano a rubare il piatto puntando fuori posizione al turn. Uno degli esempi più frequenti lo troviamo nelle dinamiche BTN/BB, dove i range in gioco sono un po' più ampi del previsto.
Immaginamo di aprire con una mano come Q-8s da bottone e trovare la difesa del BB. Il flop recita 8-3-4 con un draw a colore, noi optiamo per il check back e su 4 turn il nostro avversario punta.
Decidiamo di limitarci al call e un altro 3 – che chiude un altro flush draw – si materializza sul board. Il nostro avversario punta nuovamente una size abbastanza corposa, noi decidiamo di chiamare e allo showdown ci mostra J-7off.
Soltanto una coincidenza fortunata? Non esattamente. Il range con cui apriamo è sì ampio, ma lo è meno di quello di BB che su una texture a lui favorevole percepisce il nostro check back come un segno di debolezza. Il board pairato avvantaggia ulteriormente il suo range e per questa ragione decide di puntare per provare a rubare il piatto.
Al river si chiude un flush draw che al flop era solo un'ipotesi ma si accoppia ulteriormente il board. Le mani di valore che punterebbero oltre mezzo pot sono davvero poche, molte più quelle che invece hanno missato qualche draw e provano a rappresentare un punto forte facendo leva sul range percepito.
E' proprio creando dinamiche simili che si riesce a massimizzare la propria giocata: se avessimo c-bettato come di consueto su un board simile, avremmo probabilmente portato a casa il piatto al flop senza estrarre ulteriore valore da una situazione apparentemente anonima. Insomma, l'hero call può essere la nuova value bet secondo voi?