Un racconto in tre puntate sulle origini del gioco che tanto ci appassiona. Tratto da un bellissimo documentario pubblicato da Pokergo, ci riporta in un epoca dove la società non era certo quella a cui siamo abituati oggi. Forse distante nel tempo, ma non necessariamente così lontana
Pensavate davvero di essere gli unici nella storia a fantasticare sul fatto di diventare dei professionisti nel gioco del poker? Sì ok, ora c'è internet, si può giocare online e poi il gioco è cambiato tantissimo rispetto al passato.
Ora è addirittura uno sport, o meglio viene riconosciuto come tale solo quello in modalità torneo e formato freezout, ma sappiamo bene come anche in altre discipline, soprattutto nel cash game, il lungo periodo tracci una linea netta tra chi ha imparato per bene il gioco e chi invece dovrebbe mettersi a studiare.
Prima invece "skill" necessarie erano un po' diverse. Intendiamo prima ancora che qualcuno potesse anche solo pensasse di ideare un torneo come le World Series Of Poker. Quando il gioco era alle origini e ancora non si chiamava nemmeno poker...Anche se di poker si trattava, a grandi linee insomma.
Il poker: un gioco bastardo
Per arrivare a quello che conosciamo noi sono dovute passare decine e decine d'anni. Nel Seicento e Settecento esistevano diversi giochi che, a loro modo, avevano in sé alcuni elementi del poker e la cui commistione avrebbe creato il mix esplosivo che tanto ci affascina.
In Francia si giocava a un gioco chiamato "Poque" perché secondo la tradizione "Je poque" avrebbe dovuto significare "Io punto". Si trattava infatti di un gioco a puntate giocato con cinque carte e il mazzo intero, simile al poker "all'italiana" (5-card draw) a noi particolarmente familiare.
Sempre nell'attuale territorio francese andava di moda la Bouillotte, un gioco che prevedeva l'utilizzo di un mazzo da sole venti carte, il quale grossomodo riecheggia il moderno short-deck.
I vicini tedeschi invece, si dilettavano con un gioco a puntate che prendeva il nome dalla famiglia che lo aveva ideato, i Pochen. Ogni giocatore aveva a disposizione un piccolo piano in ceramica decorata con nove concavità, all'interno delle quali andava inserita la somma da puntare a seconda della fase di gioco.
In Inghilterra invece si giocava a un gioco chiamato Brag, una variante scarna del poker moderno che introduceva l'elemento del bluff nel gioco. Venivano distribuite tre carte a ciascun giocatore, obbligato a mettere un ante, per poi procedere all'unico giro di puntate cominciando dal giocatore alla sinistra del dealer. Ogni rilancio doveva essere minimo il doppio di quello precedente e i punti cominciavano da "High Card" e potevano arrivare fino a straight flush, il più alto possibile.
E' proprio grazie alla commistione di questi giochi così simili e allo stesso tempo così differenti che nascerà il poker, o meglio, il Poque, perché è così che venne chiamato all'inizio...