Chiusura con deal per l’edizione del 2020 del Main Event dell’Aussie Million. Alla fine il trofeo più prestigioso tra quelli assegnati al Crowne Resort di Melbourne rimane nella terra dei canguri, visto che è Vincent Wan a vincere la volata che lo porta a ottenere il trofeo più importante della sua carriera.
Ma c’era sotto ai riflettori anche Erik Seidel, che nei giorni scorsi è riuscito a entrare ancor di più nella storia.
Il giocatore americano aveva centrato un piazzamento a premi nell’evento 6-Max, diventando uno dei tre giocatori (insieme a due leggende come Doyle Brunson e David Sklansky) ad andare ITM in tornei disputati in cinque decadi diverse. Ma questa volta non è avvenuto il miracolo degno di un film di Hollywood, anche se Seidel è andato nuovamente a premio e ha disputato l’ennesimo Final Table della sua lunga e pluridecorata carriera.
Erano, come accade sempre all’Aussie Million, sette i giocatori a contendersi la prima moneta e l’anello più ambito tra quelli messi in palio. Dopo l’uscita di scena del canadese Nicolas Malo è caduta un’altra testa particolarmente prestigiosa, quella del tedesco Oliver Weis, uscito in sesta posizione. Dopodichè è stata la volta proprio di Seidel, eliminato da Wan che con A-J becca l’americano con A-10 e lo butta fuori.
Poi è toccato a un altro tedesco, Nino Ullmann, che aveva iniziato questo tavolo finale con i gradi di chipleader. Poca gloria per lui nel Final Table, con tanto di eliminazione al quarto posto per mano di uno scatenato Ngoc Tai Hoang: Ullmann aveva trovato la doppia coppia su board 10-5-7-J, ma il player di origini vietnamita, chiamando con coppia di Dame, trova un altro 5 al river che counterfizza la doppia del tedesco e lo elimina.
Rimasti in tre, i giocatori ancora in corsa hanno optato per il deal, che prevedeva un milione garantito per tutti i superstiti e un surplus di circa 300mila dollari australiani per i due protagonisti dell’heads up. E se una delle sedie per il testa a testa sembrava ormai assicurata per Wan, l’altra era in palio tra il già citato Hoang e il neozelandese Gareth Pepper. È quest’ultimo a dover alzare bandiera bianca, che pusha con 9-3 in blind war e si arrende a Wan.
Si va dunque all’heads up con l’australiano leggermente indietro nel chipcount rispetto a Hoang, seppur per una manciata di gettoni. Il duello si estende per circa cinque ore, nonostante un deal che avrebbe potuto indurre a un gioco un po’ più soft e “divertente”. Il vietnamita sembra riuscire a prendere il largo, ma il primo showdown favorevole all’australiano lo vede vincere con A-9 contro A-Q del suo avversario grazie al colore nuts.
Un altro duro colpo ribalta completamente la situazione, prima della mano che chiude tutto. Wan manda i resti con 10-9 e trova Hoang con A-3. Una doppia coppia consente all’australiano di chiudere i giochi in maniera clamorosa, portando a casa la vittoria più importante della sua ancora giovane carriera.