Gli effetti del Coronavirus: i casino di Macau chiudono e salta il Triton

Continua a essere critica la situazione in Asia e in particolare in Cina, per quella che è l’epidemia del Coronavirus.

Il virus 2019-nCoV continua a mietere vittime, seppur in maniera più contenuta rispetto ai primi giorni, anche perché il lavoro dei medici – in particolare nella provincia di Wuhan dalla quale si è propagato tutto – sta consentendo di monitorare in maniera sempre meno drammatica una situazione che è comunque destinata a migliorare.

 

Tuttavia, restano grandi i problemi per la cittadinanza cinese, e questi problemi rivestono in maniera inevitabile anche il mondo del gaming, che in alcuni territori asiatici rappresenta ormai una delle industrie più florida. In particolare, a pagare le conseguenze della diffusione del Coronavirus sono stati Macau e la Corea del Sud, che si ritrovano costretti a far saltare eventi e a porre i sigilli sulle principali case da gioco.

 

Partiamo proprio dalla Corea del Sud, nello specifico dalla città di Jeju, che non ospiterà la prima tappa del nuovo anno delle Triton Series, uno dei circuiti di poker live più ricchi in circolazione. Qui sarebbero stati attesi nei prossimi giorni alcuni dei più forti giocatori del mondo, che già pregustavano la possibilità di giocarsi i ricchi premi messi in palio dall’organizzazione di questo evento di rilevanza mondiale.

 

Dunque le Triton Series sono costrette ad attendere prima del debutto nella nuova stagione. Il rinvio, in ogni caso, è stato solo sospeso, visto che tra un paio di settimane si valuteranno le eventuali evoluzioni del caso Coronavirus. In ogni caso, almeno per il momento, questo circuito rinvierà il proprio esordio alla seconda tappa in programma, quella prevista per il mese di maggio a Budva, in Montenegro.

 

Ci spostiamo di qualche centinaio di chilometri e approdiamo a Macau, dove la situazione non è delle migliori già da tempo, a causa del costante calo di accessi nei principali casinò dell’ex enclave portoghese. Ora, però, è arrivata la notizia della chiusura per i prossimi 15 giorni di tutte le case da gioco del Paese, proprio per evitare qualsiasi caso di contagio del Coronavirus, sia tra i giocatori che tra i dipendenti.

 

Questa decisione era nell’aria da qualche giorno, quando l’amministratore del territorio cinese aveva fatto capire che tutto era in sospeso e si attendevano le prime evoluzioni della diffusione del virus. Ma alla fine, dopo un incontro con i responsabili delle più importanti case da gioco di Macau, si è optato per la chiusura a scopo precauzionale per le prossime due settimane. Il 20 febbraio ci sarà una riunione in cui ci si aggiornerà e si deciderà se mantenere la chiusura, sempre a tempo determinato, o se provare a fare una riapertura.

 

Anche perché nelle ultime settimane, complice anche il nuovo piano economico imposto dal nuovo leader politico cinese Xi Jinping, il mondo del gaming ha subito una flessione nei dati, che ha fatto sì che Macau fosse meno “dipendente” dal gioco d’azzardo e dai suoi tanti casinò. Intanto in Cina si spera che le notizie sul Coronavirus possano migliorare giorno dopo giorno, così come le condizioni delle migliaia di persone contagiate.

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