Il poker è uno di quei giochi che non si finiscono mai di imparare. Certo bastano pochi minuti per poter sedersi ad un tavolo e cominciare a giocare, ma è facile rendersi conto di quanto quel tipo di approccio non sia per niente profittevole.
Come tutti gli "skil game" è necessario invece approfondire e studiare tutti i suoi vari aspetti, e anche quando pensiamo di aver finalmente compreso le sue dinamiche principali, ecco che arriva qualcosa di nuovo su cui doversi adattare, su cui creare mosse e contro mosse efficaci. Non si finisce mai di imparare insomma, ed ecco perchè molti scelgono di affidarsi al "coaching" per velocizzare alcune tappe ed evitare alcuni grossolani errori.
Perchè scegliere il coaching
Moltissimi giocatori di poker di alto livello si sono, come si suol dire, fatti da soli. Hanno cioè costruito pian piano le loro strategie di gioco, basandosi sull'esperienza personale di tante mani giocate e qualche approfondimento di studio.
Ma anche per il più solitario poker player al mondo, vale che quasi sempre si è prima o poi confrontato con i suoi colleghi per valutare rispettive strategie e modi di giocare alcuni spot. Il modo migliore per crescere, lo sappiamo, è infatti proprio quello di confrontarsi.
Questo per dire che la strada del "self-made" è pur possibile, ma a scapito di tempi lunghi, tanti errori e comunque la necessità prima o poi di un confronto. Per questo sono nate e si stanno sviluppando sempre di più delle vere e proprie "scuole" di poker, che grazie all'utilizzo di un "coach" possono aiutare a vari livelli chi decide di affidarsi a qualcuno più esperto di lui per migliorare il proprio gioco.
La scelta del "Coach"
Se quindi, si è scelto di affidarsi a un qualche insegnante per migliorare il proprio gioco, il punto successivo è decidere quale scegliere e soprattutto, quali sono i parametri per capire quello che fa per noi.
Ad aiutarci in questo è un giocatore di fama mondiale come Alec Torelli, che ha stilato una lista di un paio di punti indispensabili proprio per effettuare la scelta migliore del proprio "coach" di poker.
- Scegli qualcuno di affine al tuo gioco e con cui hai una buona intesa: non è scontato dire che prima di tutto si debba cercare qualcuno che almeno come approccio di gioco, risulti simili alle nostre caratteristiche. Questo non solo perchè risulterà certamente più facile assimilare nuovi concetti e applicarli al nostro gioco, ma anche per evitare di snaturare le caratteristiche stesse del giocatore. Allo stesso modo, dovendo scambiare pensieri e concetti particolarmente nel modo più immediato possibile, è utile avere un rapporto di totale scambio e affinità con il “coach” scelto.
- Scegli un coach vincente e bravo a insegnare: altro punto che potrebbe sembrare palese, ma che in realtà racchiude una verità primaria. Un Coach deve infatti non solo aver già giocato ad alti livelli e in modo profittevole, ma deve anche saper insegnare quelle che sono le informazioni di primaria importanza. Riuscire a trovare chi ha tutte e due le doti, non è facile come si pensi. Molti player vincenti infatti, sono bravissimi a giocare ai tavoli, ma totalmente incapaci di comunicare al prossimo i motivi e i dettagli delle loro scelte. Far comprendere le dinamiche corrette ai propri allievi, è un passo non scontato e difficile da ottenere. Per questo può essere utile prima qualche prova con il “coach”, sia per verificare le affinità di cui si parlava prima, sia appunto per vedere quanto sia efficace nel far assimilare i nuovi concetti.
- Scegli chi espone concetti e le loro applicazioni pratiche: e qua veniamo ad un altro punto fondamentale. Perchè molto spesso si ha la percezione di trovare in un “coach” quello che possa insegnare le mosse “segrete” da attuare in ogni possibile situazione al tavolo. Ma la verità è che nessuno potrà mai valutare ogni singola situazione tante sono le variabili che ogni volta contraddistinguono ogni mano. Si dovrà quindi imparare tramite concetti generali, delle varie dinamiche di gioco possibili, cercando di comprendere al meglio come applicarli poi nelle varie situazioni. Per quanto alcuni esempi possano portare aiuto, i temi da affrontare saranno più che altro per aree tematiche. In buona sostanza il buon “coach” dovrà fare in modo che sia l'allievo stesso ad adattare quei concetti al proprio gioco, sviluppando i suoi adattamenti durante le varie sessioni di gioco.