Il mondo dei poker player, specialmente quello dei grandi professionisti saliti alla ribalta del palcoscenico mondiale, sono spesso visti come una sorta di privilegiati con grandi disponibilità economiche. Ma tralasciando la fatica e il lavoro che quasi sempre c'è dietro ogni successo anche in questo campo, di certo molti di loro si sono messi spesso a disposizione proprio per iniziative benefiche che si occupano di chi è in difficoltà.
La pandemia mondiale per il Covid-19 è stata occasione proprio per vedere anche una gara di solidarietà da parte del mondo dello spettacolo e, naturalmente, anche del poker. Abbiamo visto l'esempio italiano di Dario Sammartino, che con la sua Onlus "Equilibrium" ha già raccolto quasi 150 mila euro per l'Ospedale Cotugno di Napoli, ma c'è un altro poker pro molto attivo sul fronte beneficenza: Phil Hellmuth.
Cos'è "All-in Challenge"
Tutto nasce proprio nel mese di Aprile, quando dagli States ha preso il via un'iniziativa benefica chiamata "All-in Challenge" che in breve tempo ha coinvolto tutti i nomi più conosciuti di Hollywood, dello sport e dello spettacolo.
Merito soprattutto di Michael Rubin e Alan Tisch, imprenditori di grande successo, che hanno fatto partire quella che è stata la più grande raccolta fondi della storia. Il ricavato, qualcosa come svariati milioni di dollari, è stato poi devoluto a sostegno delle famiglie più in difficoltà causa Corona Virus.
Le donazioni naturalmente erano aperte a tutti, ma i "VIP" si sono subito dimostrati molto solerti nell'attivarsi in merito e praticamente tutti hanno dato il loro contributo alla causa. Il Challenge non prevede però uno esborso "diretto" dei partecipanti, ma un asta che mette in palio qualcosa da loro offerto.
Leonardio di Caprio e Robert de Niro, per esempio, avevano messo in palio una giornata da vivere come "comparsa" insieme a loro sul set del nuovo film a cui stanno partecipando (diretto da Scorsese peraltro), mentre altri come Justin Bieber, offrivano al vincitore dell'asta un concerto privato. E poi c'è stato Phil Hellmuth.
Ore di coaching con Phil Hellmuth
Il suo challenge è stato ovviamente riferito al poker, e Phil ha messo all'asta due ore di "coaching" insieme a lui per il generoso vincitore. E non è andata per niente male alla fine, visto che l'anonimo filantropo ha versato ben 17.500 dollari che gli varranno centoventi minuti in compagni di "PokerBrat" da vivere al Casinò Aria di Las Vegas, non appena l'allarme sarà rientrato e si potranno riprendere le attività normalmente.
Phil ha salutato il vincitore sul suo canale Twitter, ma non si è limitato a questo, avendo preso molto a cuore il problema e dimostrandosi una persona molto diversa dall'iconico burbero del tavolo verde.
"Viviamo un momento molto brutto. Ci sono tante persone al mondo che non hanno niente da mangiare. Nstro dovere è aiutare queste persone, e sono felice di fare la mia parte. Non possiamo permetterci di lasciare indietro nessuno".
Lo stesso Hellmuth poi, si è fatto tramite per portare anche altri top player del circuito come Negreanu, Matusow, ma anche Ivey e Dwan per dire, tutti con un unico obiettivo comune questa volta: aiutare chi ne ha bisogno.
Good Game Phil.