La rapida ascesa del contagio di questa pandemia globale, sta pian piano rallentando in gran parte del mondo, tanto che molti paesi si apprestano a riaprire (ognuno con i suoi tempi) le varie attività produttive e la vita sociale di tutti i giorni. Ma la strada, lo sappiamo, sarà lunga e complessa finchè non arriverà il tanto atteso vaccino (che potrebbe essere tra un paio di mesi come anni). Anche il mondo del poker live è stato travolto da questo tsunami ed è anche particolarmente difficile trovare un modo per riprendere visto che ci sono tutte le possibili componenti a rischio in gioco.
Quali potrebbero essere quindi i protocolli essenziali per la riapertura delle sale e dei casinò reali? Proviamo a immaginare alcuni possibili scenari.
I problemi del poker live con il virus
Le attività del poker live si sono quindi fermate su tutti i livelli con l'ascesa della pandemia, ma ancora più difficile sarà il rientro alla normalità. Si potrebbe persino pensare che la “normalità” dovrà forzatamente arrivare a un nuovo paradigma di protocolli perchè praticamente tutte le componenti del gioco hanno a che fare con possibili rischi di contagio.
Ci sono ambienti chiusi e molto affollati (pensiamo alle mega sale delle WSOP con migliaia di persone concentrate), c'è una lunga esposizione in condizioni di vicinanza (i tavoli da nove con molto meno di un metro tra persone), c'è il contatto diretto con le chips e con le carte peraltro con un continuo scambio di mani. Più tutti i vari correlati di un torneo, dalla fila alle casse fino al cibo e alle bevande (anche al tavolo). Insomma, per ripartire davvero c'è bisogno anche di ri-pensare alle modalità pratica di gioco.
I giocatori al tavolo
Partiamo da un punto fondamentale, perchè a queste condizioni sarà in ogni caso impossibile riprendere a giocare in tavoli da nove o da otto. Troppa la vicinanza tra giocatori e troppo poco lo spazio anche per poter inserire qualche soluzione di separazione (come le barriere di plexiglass che già si sono viste in giro). Quando il gioco riprenderà, sarà quindi inevitabile che avremo tavoli da 4 a massimo 6 giocatori. Il che non è solo una modifica logistica (probabilmente anche apprezzata), ma lo sarà soprattutto di gioco. Sappiamo bene infatti quanto meno saranno i giocatori al tavolo, più sarà necessario adattare il gioco di conseguenza, privilegiando senza dubbio uno stile più aggressivo. Al bando quindi tutti quegli stili molto “tight” per attendere il momento giusto, in poche parole, tutta quella “old school” di amatori che dovranno quindi adattarsi di nuovo (magari proprio sull'online che ha già dinamiche di questo genere in alcuni casi).
Altra inevitabile conseguenza, sarà che avremo meno possibilità di iscrizione per i giocatori. In una sala da venti tavoli, dove prima sedevano in 200 dopo ce ne staranno al massimo 120 (più probabilmente anche meno). Fattore che, unito alle difficoltà di accoglienza e gestione dei giocatori anche fuori dal tavolo, potrebbe portare a una qualche riduzione dei garantiti, per esempio. O dello stesso “buyin” di ingresso (magari si prediligeranno tornei di fascia medio-alta, con forse qualche satellite di accesso per permettere a tutti di accedere al grande evento, sempre più esclusivo a quel punto).
Sanificazione e igienizzazione: le chips e le carte
Assodato il fatto che tutti gli ambienti di gioco dovranno essere sanificati almeno giornalmente, altro nodo importante è quello del continuo contatto con fonti di contagio come le chips e le carte. Per le chips si sta pensando a possibili rivestimenti antibatterici, una sanificazione accurata (anche al termine della giornata, prima o dopo la fase dell'imbustamento. Ma è indubbio che è una criticità forte. Così come quella delle carte, che i guanti possono solo in parte prevenire. Si pensa anche a qua a soluzioni alternative, come gli shuffle automatici (e igienizzanti), ma restano parecchi punti di domanda.
Le mascherine ai giocatori
Le mascherine ormai sono diventate un'abitudine comune (in molti casi persino un obbligo), per cui non fa specie che anche nel poker possano diventare uno standard per i giocatori al tavolo. Per alcuni sono addirittura un “pro” visto che possono permettere di nascondere ulteriormente le espressioni facciali, con buona pace per i cercatori di “Tell”. Rimane però il fatto che giocare con la mascherina indosso per tutte le lunghe ore dei tornei, non è una comodità per tutti e certo non è particolarmente salutare sul lungo periodo.
Cibo al tavolo
Una delle abitudini costanti che abbiamo sempre visto in molti torni live di tutto il mondo, è senza dubbio quella di consumare cibo e bevande direttamente al tavolo da gioco. Inutile sottolineare come al momento questo tipo di attività sarebbe assolutamente vietata per ovvi motivi. Già è difficile il controllo sanitario sugli elementi fisici del gioco (chips e carte in primis), sarebbe impossibile inserire anche la variabile cibo, che richiede anche il non utilizzo della mascherina nel mentre. Questo però mette di fronte a un altro problema, visto che molte volte mangiare al tavolo non era solo uno sfizio, ma una vera e propria esigenza avendo a che fare con orari sempre molto ristretti e giornate lunghissime di gioco.
Cambiare l'organizzazione
Più regole, più distanza sociale, più controllo, più sanificazione. Che si rispecchiano però anche in meno giocatori. Due cose che sono in netto contrasto con gli interessi attuali degli organizzatori, a cui è richiesto anche uno sforzo ancora maggiore nel personale (come numero totale e come compiti da svolgere). Per questo diventa molto complicato al momento poter pensare di rivedere in fretta tornei super numerosi come quelli di prima, ma viene da pensare anche che forse è proprio necessario rivalutare in toto eventi di questo genere.