C'è una sorta di alone di leggenda attorno a qualche poker pro dei tempi d'oro del poker. Come quella che avvolge alcuni vecchi pionieri del far west, dove la storia diventa leggenda.
Il campioncino romano ha vissuto diversi alti e bassi nella sua carriera, ma è indubbiamente stato un punto di riferimento e un'icona tra le più conosciute del mondo del poker italiano. Complice anche quella vittoria del braccialetto alle WSOP che ne ha in qualche modo decretato il passaggio nell'Olimpo dei migliori.
Chi è Dario Minieri
Per i pochi appassionati di poker che non conoscessero il suo nome, Dario Minieri è stato uno dei più attivi giocatori online del poker appena sbarcato in Italia. Un dei "mass-grinder" (giocatori super attivi) del poker online, tanto da conquistarsi tra i premi una Porsche Cayman solo tramite i punti accumulati su una piattaforma. Il ragazzo ha solo vent'anni allora, ma ha già da tempo abbandonato le carte di Magic (sua prima passione), per dedicarsi a quelle del Texas Hold'em.
Il primo (e unico) braccialetto WSOP
Dai tavoli dell'online a quelli del live il passo (a quei tempi) è breve, anche se il suo gioco iper aggressivo ha bisogno di un minimo di adattamento per il gioco decisamente più lento dei tornei dal vivo.
Chi lo ha visto giocare a quei tempi però non ha dubbi: è una macchina da guerra. Accumula chips come se piovesse, salvo poi magari perderle altrettanto velocemente quando le carte non girano. Ma in quell'estate del 2008 tutto sembra invece funzionare bene.
Siamo a Las Vegas ovviamente, in giorni dove tutti i pokeristi italiani sentono nell'aria qualcosa di speciale. Il poker sta letteralmente esplodendo anche nel nostro paese e vediamo i primi inviati italiani anche nei tornei delle WSOP, i più importanti del mondo.
Ed è un bene, perchè si ha così occasione di vedere proprio un Dario Minieri spettacolare, con la sua lunga e inseparabile sciarpa della Roma (in stile Harry Potter) dominare il torneo da 2.500$ di No Limit, arrivando al tavolo finale con oltre il 50% delle chips in gioco.
Malgrado beadbet pesanti che lo accorciano, non demorde questa volta, alternando Bluff e chiamate sorprendenti. E soprattutto spingendo sempre al massimo (metà piatti sono senza nemmeno arrivare allo show down). Insomma, stra-vince il suo primo (e unico per ora) braccialetto WSOP.
Gli alti e bassi di Dario
E' un momento magico per il poker, per quello italiano soprattutto, perchè con quella vittoria si apre in qualche modo un nuovo ciclo. ll "boom" del poker online è ormai esploso e sempre più appassionati si avvicinano al gioco con in mente di emulare i campioni visti in televisione. Tra cui proprio lui,
Dario Minieri. Che per la verità dopo quel braccialetto vivrà raramente momenti così felici al tavolo verde: un high roller vinto in Polonia, un paio di tavoli finali alle WSOP (tutti e due chiusi all'ottavo posto però) e poco altro.
Perchè nel mentre il gioco si evoluto e adattato anche a chi, come Dario, aveva capito prima di altri quanto fosse importante essere più aggressivi e tenere linee diverse. E non c'è avversario che l'abbia incrociato al tavolo che non sappia quanto era dannatamente difficile averlo vicino, tanta era la pressione che metteva costantemente.
I tempi ora sono cambiati, ma quando il suo nome entra in gioco, c'è sempre un brivido che corre sulla pelle e riporta a quei tempi e, chissà, ad altre occasioni future.