La prima volta è stata quella buona per Enrico Camosci. Il giocatore nativo di Bologna, che negli ultimi anni ha vissuto a Malta, è riuscito a portare a casa il braccialetto nell’edizione delle World Series of Poker più assurda di sempre. L’emergenza Covid, infatti, ha costretto tutti i giocatori a restare a casa e a tentare la sorte direttamente dal proprio computer, attraverso la piattaforma ufficiale delle WSOP che ha consentito di giocare una lunga serie di tornei.
E in uno di questi eventi, il Bounty Championship da $2.100 di buy-in, Enrico è riuscito a piazzare una zampata che gli è valsa tanta gloria. Oltre, ovviamente, al braccialetto e a una prima moneta da oltre 327mila dollari. Senza dubbio una delle vittorie più belle nella carriera di Camosci, che ha legato il proprio nome – e il suo nickname storico GTOExploiter – alla carriera online, che gli ha consentito di vincere svariati tornei.
Ma Enrico è voluto tornare sull’impresa messa a segno alle World Series of Poker. E lo ha fatto in un’intervista concessa ai colleghi di Gioconews, ai quali ha svelato molto candidamente il motivo che lo ha indotto a schierarsi nel torneo poi vinto: “Era il primo evento Wsop che giocavo e l’ho fatto solo perché sono state organizzate online. Non mi era mai interessato vincere un titolo del genere e il caso ha voluto che l’abbia vinto io e non tutti quelli che volano tutti gli anni a Las Vegas a caccia del braccialetto”.
Al di là della sincerità e della sua ammissione, Enrico ha comunque fatto capire di essere contento per aver vinto un braccialetto in un evento che, altrimenti, non avrebbe giocato: “Ovviamente sono contentissimo e la vittoria mi ha dato una grande soddisfazione personale e pokeristica ma, dal vivo, difficilmente l’avrei vinto perché per adesso non l’avrei mai giocato”. Evviva la sincerità, verrebbe da dire.
E non sono mancati gli accostamenti per un giocatore che viene visto come un predestinato. Sia per la sua run online, che dura ormai da diversi anni nonostante la giovane età, sia perché di fatto ha portato a casa il braccialetto WSOP al primo vero tentativo. Ma Enrico Camosci preferisce restare umile: “Non mi interessa avere una popolarità incredibile ma la stima di cui parlo che dipende più dalle skills che dai risultati ed è più realistica e meno effimera della popolarità su larga scala”.
Tanto che diventa quasi inevitabile fare delle riflessioni sul futuro. Anche se, come svela durante l’intervista, Enrico Camosci fa capire che difficilmente qualcosa cambierà, nonostante un trionfo di questa portata: “Mi vedo come poker player perché mi piace molto come sta procedendo la mia carriera e come si sta evolvendo la mia preparazione. Nel futuro molto lontano ancora non so immaginarmi. Nei prossimi anni posso solo dire che giocherò a poker. Probabilmente ad alti livelli”.